Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

29.08.97

 

 

Eletti, amici, vivete sereni l’attesa del grande giorno. Vivete nella pace; vi dono la pace: siate portatori di pace ai fratelli, date pace a questa società, senza pace.

 

 

Sposa amata, chi non ha la pace nel cuore non può vivere nella letizia, ma è inquieto e dà inquietudine a chi lo circonda; chi non ha la gioia nel cuore non può dare gioia a chi gli è vicino. A voi, che mi avete ascoltato, ho dato pace e gioia profonda. Già questo dono, meraviglioso, prelude ad altri che seguiranno.

Siano in ogni momento le mie Leggi la vostra guida. L’uomo non può ricevere da me i più grandi doni, se resta nella disobbedienza e nella ribellione. In me c’è la gioia; fuori di me c’è la disperazione.

Restate in me, amici, restatemi fedeli, perché ciò che sta per accadere indurrà molti, sì, ad avvicinarsi a me e stringersi al mio Cuore; ma altri risponderanno diversamente: si allontaneranno di più, affibbiando a me le loro colpe.

Piccola mia, il grande peccato esige la grande purificazione e la purificazione è dolore. L’uomo respinge il dolore, non capisce il senso di esso; pochi hanno ben compreso che esso è la grande medicina che guarisce i cuori e le menti. Pochi hanno capito che senza dolore non c’è alcuna purificazione. Esso è indispensabile; se così non fosse, non lo permetterei.

Io stesso, Io, Gesù, ho affrontato il più grande dolore fisico e morale: per redimere l’Umanità, peccatrice, c’è voluto il mio grande dolore, tale, quale nessun uomo ha mai subito né subirà.

Diletta, lo sappia il mondo: si prepara un tempo di grande pena. Ognuno usi il sacrificio come riparazione e capisca che il mio Amore non abbandona il mondo, ma vuole salvare il mondo.

Gli uomini si sentiranno sgomenti e disorientati; chi ha creduto in me e si è preparato, alle mie parole, non si smarrisca, perché quello che accadrà lo ho preannunciato. Non temere, diletta del mio Cuore, non temere nulla: sola mai resterai. Devo liberare il mondo dalla superbia e dall’arroganza che lo dominano: voglio che tornino la pace e la concordia. Devo usare rigore lì, dove rigore ci serve.

Amata, l’operazione sarà tanto più grave, quanto più marciume c’è da togliere. Vedi questi paesi, guarda la carta geografica, che ti mostro, guardala bene, imprimila negli occhi; vedi dei segni rossi e dei segni neri: gli uni rappresentano i paesi della grande ricchezza, gli altri della grande povertà. Ebbene, lì, dove c’è più marciume da asportare, la mia mano sarà più pesante, la sofferenza più intensa; lì, dove ci sono ignoranza e miseria, userò la mia misericordia e molte anime godranno, dopo tante sofferenze.

Amata sposa, si abituino gli uomini a ragionare secondo la mia logica, non secondo la loro.

La mia tiene conto della salvezza dell’anima, innanzitutto: soffra pure il corpo, purché si salvi la perla, preziosissima, in esso contenuta. Per gli uomini l’interesse è volto al corpo; in secondo piano mettono l’anima. Piangono e gemono, quando una giovane creatura viene privata della vita, ma non si preoccupano di quelle che restano affinché si preparino al giorno che verrà per tutte: un bimbo, che muore, sposa amata, è un’anima che si salva sicuramente, per mio dono; un giovane che vive spensieratamente rischia, gravemente, di perdere la sua anima. Questo deve essere pianto ed aiutato con lacrime e sacrifici.

Ho parlato ai giovani del mondo: occorre che essi facciano tesoro delle mie parole, occorre vivere secondo le mie Leggi, occorre affrettare il ritorno a me. La loro gioventù deve essere d’aiuto, non di ostacolo alla loro salvezza.

Il vigore delle membra non deve indurre alla superbia ed alla trasgressione. La loro primavera di vita si trasformi, rapidamente, in primavera dello spirito. Godrà le mie delizie chi avrà cercato di capire in tempo, senza indugio, il mio discorso.

Sposa mia, mancano nel mondo guide valide; quelle che ci sono devono agire più incisivamente, perché le nebbie dell’ignoranza vanno fugate e deve trionfare la luce, quella che Io mando. Perché la guida sia tale deve appartenere a me, deve attingere a me, deve essere al mio servizio. Via da me le guide cieche! Via da me quelle che cercano compromessi col mondo! Guai agli ipocriti, guai agli ipocriti di ogni tempo!

Guai a quelli che dicono: “Bene, bene”, mentre tutto va male! Guai a coloro che dicono: “Puoi fare” quando quello che fa è gravemente contrario alla mia volontà! Guai a chi dà del suo e non del mio: costui corre il più grande pericolo!

Sposa mia, nel dolore e nel tormento la terra si purificherà dal suo grande lerciume. Quando la purificazione sarà ultimata, vedrete tutto in fiore e la terra sarà un pianeta luminoso, simile ad una stella: tutto sarà terso, tutto splendente in essa. Dalle mie parole potete capire che ci sarà un tempo di grande travaglio.

Pensate a ciò che avviene nella vostra casa, allorché avete deciso di restaurarla da capo a fondo: certo occorre mettere prima ogni cosa sossopra per, poi, ristabilire tutto con un criterio nuovo.

Bisogna abbattere il vecchio per costruire il nuovo, occorre smantellare per, poi, riordinare e c’è sempre, necessariamente, un tempo di disagio, di grande disagio, si sopporta bene, però, al pensiero che poi ogni cosa sarà bella ed armoniosa.

Così sarà per il mondo intero: ogni angolo sarà ristrutturato, secondo un mio criterio, e nulla resterà tale e quale è oggi. La mia mano agirà con potenza, il mio Cuore sempre con Amore. Questo vi consoli nella grande tribolazione.

La Madre mia Santissima, mandata da me a guidare i suoi figli diletti, non verrà più visibilmente nel mondo: cesseranno tutte le apparizioni. Allorché esse cesseranno, si capirà che il restauro è iniziato in maniera risoluta. Ognuno, che si è preparato alla grande tribolazione, aspetti con pazienza ed umiltà che tutto sia compiuto, pieghi il capo e supplichi il suo Signore che i fatti si snodino rapidamente. Supplicate, amati, supplicate voi per tutti affinché il travaglio duri poco e serva al mondo come lezione, proficua. Nel dolore l’uomo reagisce in due modi: o comprende quanto esso è salutare oppure si lascia prendere dalla più grande disperazione. Nel primo caso il cuore, deluso, cerca me ed Io, Io, Gesù, corro incontro ad esso, come Padre amoroso che abbraccia la sua creatura. Nel secondo caso l’anima, travagliata, può ribellarsi ancora più di prima e bestemmiare il suo creatore, odiando la vita, che le è stata data in dono. Questo è il caso della rovina, totale e definitiva.

Pregate, servi buoni ed obbedienti, pregate e sacrificatevi perché questo non accada a nessun fratello. Ognuno capisca e si converta, venga a me ed Io, Io, Gesù, lo accoglierò.

Diletta, diletta del mio Cuore, quello che ti preannunciai nei primissimi messaggi d’Amore sta per compiersi; il mondo comprenda in tempo e vi sarà salvezza universale.

Resta, felice, nel mio Cuore e godine le delizie.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

29.08.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli cari, Gesù ha affidato a ciascuno di voi una grande missione; portatela a termine: siate fedeli fino alla fine. Quando vi trovate riuniti in Chiesa è anche facile pregare insieme, cantare insieme, prendere la S. Eucarestia con amore; ma quando, poi, uscite di Chiesa e tornate nelle vostre case, nel luogo di lavoro, per le strade, negli uffici, ecco, allora, figli, l’impresa diviene assai più ardua. È facile testimoniare lì, dove tutti testimoniano, lodare lì, dove tutti lodano, adorare lì, dove tutti adorano; ma, quando vi trovate, come pecore, in mezzo ai lupi voraci, allora occorre usare tutto il proprio coraggio per lodare Dio, mentre tutti lo offendono, adorare Dio, mentre tutti lo ignorano, testimoniare Dio tra i suoi acerrimi nemici. Questo, figli cari, vi toccherà fare: la fede va provata come l’oro nel crogiolo. Chi dice: “Signore, Signore” soltanto in Chiesa, non ha fatto nulla, non ha risolto nulla: occorre dare esempio agli altri, occorre essere luce per gli altri; un viandante, smarrito nel buio, subito prende fiducia, se vede una luce che gli indica la strada.

Voi dovete essere lievito per la pasta: deve agire nel profondo, nel silenzio e farla fermentare.

Piccoli miei, andate per le strade del mondo a testimoniare Gesù con la vostra vita!

Cominciate dai segni esteriori: vedo al collo delle mie, amate, figlie catene e catenine di ogni genere, ma i segni, che Io ho chiesto, ancora non sono presenti in tutte! Portate con amore la Croce di Cristo: sia per tutti segno che a lui appartenete, anche se non indossate le vesti dei consacrati.

Accanto al Crocifisso ci sia la mia immagine, perché Io sempre con mio Figlio sono, ovunque egli vada. Parlate anzitutto con la vostra presenza: siate lieti e sorridenti, anche quando vi è un po’ difficile esserlo, per qualche problema che avete. Pensate così: “Voglio essere lieto e sorridere, malgrado i miei problemi, perché so, so, con certezza, che Gesù me li risolverà tutti”. Consolatevi con questo pensiero, prendete coraggio ed energia e date anche agli altri, meno fortunati di voi coraggio ed energia, pace e gioia, doni, che voi ricevete in esubero appunto per offrirli agli altri.

Oggi la mia piccola figlia ha parlato del dolore che prova nel vedere, in molti casi, delle situazioni gravi che restano stazionarie e altre che non migliorano, ma peggiorano.

Piccola mia, non rattristarti: ogni uomo deve fare uso della propria libertà; il fratello può aiutare con la preghiera, ammonire con la parola, più non gli è concesso di fare.

Lascia che ognuno, piccola mia, faccia la sua strada: chi tiene, strettamente, la tua mano con te giungerà; chi la lascia, per prendere altre strade, seguirà la sua sorte, quello che, volontariamente, si è scelto!

Ripeto ai miei diletti figli, a quelli che ascoltano, attentamente, la mia parola, ripeto di vivere giorno per giorno i miei messaggi ognuno nel suo ambiente, ognuno nella sua condizione di vita.

Non pensate, figli cari, non pensate che i veggenti, perché strumenti più vicini a Dio, abbiano vita facile e serena: sapete che coloro ai quali più è dato più viene chiesto.

Ciascuno di essi vorrebbe vivere solo nella dolcezza del calore Divino, senza mai uscire da quel Cuore dolcissimo e pieno di delizie; invece, devono uscire, testimoniare, essere precisi nel seguire gli ordini, affrontare un ambiente spesso molto ostile. Anche i veggenti, che possono vivere nel nascondimento, non sono certo fuori dal tormento e dalla persecuzione continua.

Chi segue Dio, fedelmente, ha tante dolcezze, tante delizie da lui, ma anche moltissime amarezze che provengono dagli uomini; ogni giorno gusta il miele, che Dio porge, ma anche deve bere un sorso dell’amarissimo fiele dalla coppa, che egli porge loro.

Piccoli, fatevi santi, ciascuno nella propria condizione. Nessuno invidi l’altro, ma pregate perché tutti possiate avere il coraggio e l’energia per giungere fino alla meta. Amatevi come fratelli in Cristo. Aiutatevi e stimatevi.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia.

 

                                                                                              Maria Santissima