Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

16.09.97

 

 

Amici fedeli, vi ho scelto ad uno ad uno, vi ho scelto con immenso Amore perché foste miei, miei per sempre. Non voi avete scelto me, ma Io, Io, Gesù, ho scelto voi perché foste vicini al mio Cuore addolorato in questo tempo di totale abbandono.

 

 

Sposa cara, ogni giorno, che nasce, ogni giorno, che muore, è un dono grande del mio Amore. Considera ogni istante come una perla, preziosa, che ti viene offerta: deve essere colta, per il suo valore, e deposta nello scrigno prezioso, dove nessun ladro può mai giungere a scassinare.

Tante cose devono accadere, perché il Padre ha il suo piano e questo deve realizzarsi in ogni sua parte; il servo fedele di nulla ha da temere: dall’arrivo del Padrone ha tutto da guadagnare e nulla da perdere.

Mia piccola, pensa sempre ad un grande signore che un giorno se n’è andato dalla sua casa per un viaggio: ha dato a ciascuno il suo incarico ben preciso. Ha tardato più del previsto, perché gli affari lo hanno trattenuto fuori. Il signore suddetto non ha dimenticato, però, la sua casa e si è informato da lontano, si è informato di tutte le cose che avvengono nella sua dimora. Ha sentito di molta ribellione, presente in essa: alcuni servi, vedendo il ritardo del padrone hanno tralasciato il lavoro; altri si sono messi a dormire, placidamente. Altri, ancora, hanno pensato di agire da padroni, maltrattando e sottomettendo i servi più docili e mansueti; si sono impossessati di tutto ed ora dispongono come vogliono di ciò che a loro non appartiene.

Subito il ricco signore manda dei messaggeri ad informarsi, dettagliatamente, di tutto. Essi riferiscono che le cose sono ancora peggiori del previsto: molti sono i servi che languono nella grande miseria e pochi quelli che godono; alcuni hanno accumulato beni in esubero e altri non hanno neppure di che sfamarsi e devono servire i servi più astuti e maliziosi.

Il grande signore vorrebbe tornare subito, subito per ripristinare la giustizia, ma non può farlo, perché gli affari sono troppo importanti e deve concludere tutto, prima di ritornare.

Per amore dei suoi servi, il padrone non vuole però fare un’improvvisata, troppo improvvisata. Il suo cuore è tenerissimo, ma la sua giustizia è perfetta. Se tornasse, senza farlo sapere a nessuno, stando così le cose, molti sarebbero i servi da punire, severissimamente, e pochi da premiare. Egli – il padrone intendo – torna pieno di gioia, perché gli affari sono andati benissimo; tutto è pronto per fare insieme con i suoi servi una grande festa. Qui ognuno deve godere ed essere felice, nessuno soffrire ed essere respinto. Questo è il pensiero del ricco signore. Costui si sceglie dei messaggeri, fidati ed affezionatissimi, espone loro il suo progetto e spiega anche ad alcuni i dettagli perché possano poi enunciarli a tutti quelli che vivono nella casa.

Vanno i messaggeri, vanno, pieni di gioia, ad annunciare il progetto del padrone ricchissimo: parlano della festa, dei grandi doni, pronti per tutti, parlano dell’immensa bontà di questo signore, meraviglioso. I servi malvagi non solo non vogliono ascoltare, ma si burlano dei messaggeri e li deridono, li cacciano, li minacciano ed ordinano loro di non continuare a parlare di queste cose, perché sono incredibili ed essi non solo non vogliono crederci, ma non desiderano neppure che se ne parli intorno. I messaggeri, delusi e rattristati, ritornano dal loro signore che li ha mandati a parlare dei suoi progetti e con tristezza riferiscono ogni cosa. Ecco che il signore si muove col suo seguito. Arriva nella sua dimora, ma si ferma sulla soglia, non vuole entrare subito, subito: vede che le cose sono difficili, sente i servi litigare e contendersi i beni, li sente offendersi, reciprocamente, e minacciarsi, anche uccidersi per avere un pochino di più di patrimonio.

Troppo grande è la bontà del signore: vuole mandare degli altri messaggeri per annunciare che egli è sulla soglia, è lì, nascosto, perché non si noti la sua presenza. Sta per entrare: ognuno si prepari, senza indugio, lasci ciò che non gli appartiene, restituisca il maltolto e si metta subito all’opera a mettere in ordine la casa. Tutto deve essere perfetto così, come il signore l’aveva lasciato, nulla fuori posto, perché ad un amore immenso del signore si aggiunge anche una giustizia perfetta dello stesso. Chiederà conto, scrupolosamente, di ogni danno arrecato, di ogni mancanza, di tutto, proprio di tutto!

Anche questi messaggeri non vengono creduti; si procede, anzi, contro di loro con maggiore arroganza: si bastonano, si insultano e alcuni vengono gravemente maltrattati.

Sposa amata, che deve fare questo, grande, signore? È tempo di entrare, non più restare sulla soglia: anche se le cose nell’interno vanno malissimo bisogna, tuttavia, riprendere possesso della dimora, esaminare, accuratamente, i danni e ripararli subito. Chiamare anche i servi bisogna, ad uno ad uno, esaminare le mancanze, chiedere il risarcimento dei danni, punire severamente i colpevoli, cacciare via i fannulloni, svegliare i dormiglioni e trattarli come meritano. Occorre fare tutto questo! Ebbene, diletta del mio Cuore, questo desidero, questo voglio, questo sto per fare: non ha ascoltato il mondo la voce dei miei messaggeri, né dei primi né dei secondi, non ha ascoltato il mondo la voce anche di una messaggera speciale, specialissima: la Madre mia Santissima! Tutto quello che ho detto sta accadendo, continuerà ad avverarsi; tutto deve giungere a compimento nell’arco di un tempo assai breve.

Certo, in quella casa ci sono anche restati alcuni servi fedeli, fedelissimi, onesti, onestissimi, questi sono costretti a starsene nascosti, in silenzio, operano e servono il padrone nel nascondimento, per timore dei malvagi e dei prepotenti che potrebbero ostacolare il loro servizio.

Ebbene, questi servi fedeli voglio premiare, questi, che pochi conoscono, perché la prudenza li tiene nascosti: grandi lodi a chi, pur nel più grande disagio, ha servito e doni in grande quantità! Ma agli altri, agli altri che accadrà, diletta del mio Cuore?

Non posso attendere ancora, perché i tempi sono ormai giunti, fissati dal Padre. Devo entrare nelle stanze della mia dimora, spalancando la porta, sorprendendo ognuno al suo posto abituale. Che dirò al dormiglione, inetto? Che dirò all’arrogante che ha sottomesso a sé, servo insipiente, altri servi che erano liberi? Che dirò a colui che sorprenderò mentre distrugge e compie danni nella casa che non gli appartiene, perché è mia, mia, in ogni sua parte? Che dirò a chi fa sconcezze e, invece di pentirsene, se ne vanta?

Sposa amata, fino a questo momento sono stato sulla soglia per scrutare, non visto, ciò che avviene all’interno della mia dimora; oggi, però, è un giorno speciale: comincia la mia entrata in essa. Devo visitare ogni stanza, ogni angolo. Apro la porta, senza bussare; di sorpresa l’apro. Entro e giudico, lodo o colpisco, premio o punisco ognuno, secondo il merito! Voglio prendere pieno possesso del mio.

Esulta, mia, piccola, sposa. Esulta in me, fedele amica che mi sei stata sempre vicina nel tempo del più grande abbandono e tradimento!

Godi le mie delizie e sii felice.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

style='mso-bidi-font-weight:normal'>Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

16.09.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Figliolini cari, state vicino a Gesù. Come fiaccole, ben accese, bruciate d’amore per lui; chi dà molto, chi crede di offrire molto sempre poco dona, in confronto a ciò che merita Dio!

Egli vi ha creato dal nulla; con mano potente vi ha creato perché poteste godere con lui le gioie eterne e quando la creatura venne meno alla fedeltà, Dio non l’abbandonò, fece un progetto grandioso d’Amore che avrebbe dovuto salvare tutti gli uomini di buona volontà. Egli si fece Uomo, si umiliò ad entrare in una carne umana e affrontò il martirio che toccava ai peggiori, quello più infamante e più crudele. Ecco quello che fece Gesù per voi, figli miei, per voi che, spesso, siete già soddisfatti per il poco che gli avete offerto e siete convinti di avere dato abbastanza. Gesù non si accontentò di umiliarsi, fino a racchiudersi in una carne umana, ma volle soffrire – pur senza alcun peccato – come il peggiore dei peccatori, volle addossarsi tutte le colpe dei più grandi peccatori.

Figli, il supplizio della croce era destinato ai più ribelli, ai peggiori che non si potevano piegare in altro modo. Lo prese su di sé come espiazione Gesù, il più dolce Uomo, il più docile, il più mansueto, il più obbediente alle Leggi del Padre, l’Uomo perfetto in tutto. Ebbene, per Amore, per vostro Amore, figli – capitelo – subì il più atroce tormento, preceduto dalle più grandi umiliazioni, dalle offese più crudeli! Figli, perché vi ho ripetuto ancora queste cose e ve le ripeterò sempre? Perché ad una minima prova voi vi smarrite, vi confondete, avete tanta paura che in un momento solo dimenticate la lezione che da anni ho cercato di farvi entrare in mente.

Figlia amata, ieri si celebrava la festa di Maria Addolorata: si è ricordato il mio martirio, accanto al Figlio adorato, innalzato sulla Croce. Non dimenticatevi mai delle nostre sofferenze, tenetele sempre presenti, ogniqualvolta vi lamentate delle vostre che sono minime, attenuate e di breve durata. Gesù ed Io intercediamo per voi sempre: supplichiamo il Padre Santissimo di usare misericordia, la sua, infinita, misericordia e non giustizia, la sua perfetta giustizia nei riguardi degli uomini di questa generazione, così superficiale ed ingrata. Quanti uomini, tutti miei, amati, figli, vivono come se Dio non fosse, come se la sua presenza non fosse viva nel mondo! Osano aprire bocca per dire: “Dio non c’è. Dio non esiste né la Madre Santa né i santi. Al di fuori del breve tragitto di vita sulla terra, niente esiste!” Questo osano dire molti figli! Anche per questi Gesù è morto tra atroci sofferenze, è morto su di una croce solo per Amore, per immenso Amore e ora viene ricambiato in tale modo! Quanta ingratitudine, figlia cara! Quanta stoltezza, figlia amata! Gesù tornerà assai presto sulla terra e tutti lo vedranno da ogni parte del mondo; per quanti però sarà grande gioia il suo ritorno? Solo per coloro che lo hanno aspettato, servito con amore, per amore, lo hanno servito, senza vederlo, hanno creduto in lui, per fede.

Io vengo accanto a voi, figli, mandata da Gesù; vengo ogni giorno per rinnovare le promesse, per sostenervi, per illuminarvi, per coprirvi di dolci carezze. Ognuno colga questo tempo di massima grazia! Quando i grandi fatti si succederanno, a catena, e le colonne verranno rimosse, allora vivrà solo chi ha avuto fede solida, chi ha perseverato, senza farsi intimorire, vivrà chi sarà disposto nel suo cuore a morire per Gesù, ad offrirgli tutto, tutto, anche la vita, se necessario. Altre prove avrete tutti: affrontatele con coraggio e fiducia. Pensate a quella di Abramo, a quella dei grandi amati da Dio: non c’è santo che non abbia dovuto soffrire molto prima di giungere alle vette più sublimi.

Figli, Io sono con voi per aiutarvi; ma voi dovete fare la vostra parte, tutta la vostra parte. Ci saranno giorni di pace e di gioia grande; ci saranno giorni pieni di problemi, sempre nuovi, da risolvere: ogni giorno è assai differente dall’altro. Siate tutti pieni di amore ardentissimo verso Dio. Chiedete solo questo a Dio: “ Mio adorato Signore, ti chiedo questo: aumenta ogni giorno di più il mio amore verso di te in modo da poterti servire sempre meglio.”

                                                                                  Vi amo, figli. Ti amo.

 

                                                                                              Maria Santissima