Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
10.10.97
Eletti, amici cari, in quel giorno, senza tramonto,
tutto cambierà. Preparatevi al giorno, senza tramonto. Le prime luci dell’alba
sono già sorte: non tarderà a spuntare la grande luce.
Sposa
amata, ecco Io, Io, Gesù, porgo anche oggi la mia parola al mondo. Parlo con
Amore, ma i miei diletti continuano a non ascoltarmi, ignorando che tutta la
loro vita diviene un vagabondare vano senza di me.
Il mio
nemico continua ad operare con ferocia ed astuzia; molto ottiene, perché gli
uomini lo assecondano: si sono sottomessi a lui e non a me, fanno la sua
volontà, non la mia. I forti s’illudono che duri sempre la loro forza, i
prepotenti credono di poter sempre contare sulla loro prepotenza, i superbi
credono di potersi appoggiare sempre alla loro superbia: non sarà così, sposa
mia cara, non sarà proprio così: sto per abbattere i prepotenti, sto per
fiaccare i superbi e i forti non potranno contare più sulla loro forza, perché
il tempo è venuto, il tempo che mi sono riservato per il pieno compimento del
mio piano.
Piccola,
mia, sposa, da quanto sei nata le leggi naturali hanno sempre risposto, secondo
le previsioni umane: sono venuti la pioggia al tempo giusto, il gelo
nell’inverno, il caldo nella stagione estiva, tutto secondo una continua
regolarità. L’uomo ci ha fatto ormai l’abitudine e si aspetta sempre le stesse
cose, che ha sperimentato. Ora, piccola mia, qualcosa cambierà. Non sarà come
prima: Io, Io sovvertirò le leggi e l’uomo dovrà accorgersi che qualcosa è
mutato e che questo cambiamento non dipende da lui!
Amata sposa,
gli uomini sono sempre testardi e ribelli, non vogliono seguire le mie Leggi
Sante, perché odiano i sacrifici e le mortificazioni. Hanno scambiato la mia
pazienza con la debolezza, la misericordia con l’assenza dalla scena del mondo.
Ora mostrerò che la mia pazienza è stata Amore, solo Amore, e che la mia
presenza nel mondo è viva: ognuno se ne avvedrà. Voglio, piccola mia, che anche
i ciechi aprano gli occhi ed i sordi sentano, bene, le mie parole. Gli uomini,
smarriti, devono ritrovare la strada ora e non dopo, subito, senza indugio. Il
nemico non conosce tregua; anch’egli è pronto per la sua vendemmia! Figli,
amati figli, non permettete che essa sia abbondante: con le vostre preghiere,
con la penitenza salvate le anime; salvate tante anime che si perderebbero, se
non fossero aiutate!
Vieni a
vedere quanto benessere e ricchezza ci sono in questa nazione, potente e ricca:
ogni uomo dispone del necessario e del superfluo, del superfluo che non gli spetterebbe,
prima che gli altri – tutti gli altri – avessero il necessario.
Vedi
come questi potenti sono orgogliosi di se stessi, gonfi e superbi? Ebbene, non
sarà a lungo così: una profonda scossa, imprevista ed imprevedibile, li
fiaccherà e diverranno come coloro ai quali è mancato anche il necessario.
Capisca il mondo che la vera ricchezza, alla quale in questo momento deve
tendere con tutte le sue forze, non è certo quella materiale. Si volgano gli
uomini ai beni che contano e lascino ciò che è fuggevole e vano! Non ci
saranno, tra breve, nazioni ricche e povere, potenti e misere; ci saranno solo
creature bisognose di misericordia, della mia misericordia:. Se gli uomini nel
benessere mi hanno respinto, nel bisogno m’invocheranno, supplicheranno il mio aiuto
e Io, Io, Dio, lo concederò, se vedrò pentimento e vera contrizione.
Ora ti
mostro una scena che ti fa vedere quello che accadrà a questi ricchi, superbi e
presuntuosi, sicuri di sé, che hanno dimenticato me per inseguire i beni non
duraturi, le ricchezze vane, gli idoli che ingannano.
Vedi,
amata, non temere; stringiti al mio Cuore: tra poco si verificherà questa
scena. Dov’è l’antico benessere? Dove sono la spensieratezza e la gioia? Dove
la superbia degli edifici, la grandezza e maestosità delle opere più belle?
Nulla, non vedi più nulla: tutto appartiene ad un passato che più ritornerà!
Non è opera d’uomo questa, è volontà Divina, è ancora misericordia: nessuno
avrà più, preoccupazione di mantenere in piedi le sue ricchezze; i cuori non le
inseguiranno più perché esse avranno cessato di esistere. Crollerà, diletta,
ciò che è vano. Crollerà quello che è inutile; resterà solo ciò che è stabile.
Guai a chi ha accumulato ricchezze, vane: a chi resteranno? Chi le godrà?
Un uomo
aveva fatto un ottimo raccolto e si rallegrava assai; per questo e disse a se
stesso: “Sono un uomo ricco. Ho tanto faticato, ho lavorato giorno e notte,
anche nei giorni festivi non mi sono dato tregua; ora – finalmente – con tutti
questi beni me la spasserò, senza più faticare!” Venne la notte di quello
stesso giorno; Io mi accostai a lui e gli dissi: voglio la tua vita:
restituiscimi ciò che mi appartiene; neppure un attimo in più ti è concesso!
A che è
servito, amici miei, a quell’uomo l’aver accumulato tanti beni? Che ne è stato
dell’unica ricchezza, alla quale doveva badare? Pensate e riflettete tutti. Chi
ha dia a chi non ha: non è tempo di accumulare, ma di lenire il dolore e
provvedere con generosità alle necessità altrui.
Sposa
cara, non ti mostro altri particolari della scena, desolata, perché non voglio
la tua tristezza, ma solo che il mondo sappia quello che sta per accadere.
Capisca ognuno e pensi a se stesso, senza più un attimo di indugio. Quello che
hai visto accadere qui, in questo paese ricco, potente e maestoso, accadrà
anche altrove, perché questa è la conclusione dei tempi ed ogni cosa deve
concludersi per riaprirsi in modo assai diverso.
Perseverate,
fedeli amici, e non vi stancate di servirmi: le prove ed i sacrifici vi rendono
più forti e più fecondi; non fiacchino il vostro coraggio. Ai perseveranti
andrà la palma della vittoria.
Prima
che si concluda quest’anno in corso, altri fatti ancora accadranno, tutti
significativi e molto incisivi. Dillo e ripetilo al mondo, sposa cara. Ancora
parlo come Dio Amore, come Dio misericordia, come Dio tenerezza. Nel dolore il
mondo ritrovi la luce, la mia luce!
Piccola
mia, ecco che spunta, ormai, il nuovo giorno. Vivilo secondo il mio volere e
donami ogni palpito ed ogni pensiero. Dona gioia e pace e consola chi si trova nella
tristezza e nello smarrimento.
Ti mando
come il mio angelo consolatore: opera, senza stancarti, lì, dove puoi farlo.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
10.10.97
La Mamma parla agli eletti
Gesù ha
mandato un importante messaggio al mondo. Ogni giorno parla con tenerezza agli
uomini per aiutarli a comprendere quanto siano importanti i tempi, nei quali
stanno vivendo. Dio vive in mezzo ai suoi figli, li guida, li ammaestra; ma essi
non vogliono capire, se non con la durezza!
Figlia
cara, oggi ti è stata mostrata una scena sconvolgente e il tuo cuore ha
tremato, nel vedere. Ebbene, tutto questo non accadrebbe, non accadrebbe mai,
se gli uomini capissero che la disobbedienza a Dio è rovina per l’uomo. Hai
visto uno spettacolo triste, come mai avevi visto prima: non è questo che Dio
vuole dare, piccola mia, non è questo! Egli vuole la gioia e la pace, l’armonia
dovunque; ma il grave peccato provoca i peggiori disastri. Quando avvengono i
gravi fatti, non pensate alla severità ed al rigore di Dio, ma piangete, figli,
sulle vostre colpe, sulle vostre, continue, disobbedienze. Cercate, figli di
tutto il mondo, cercate in tempo la misericordia Divina e non dovrete incorrere
nella sua perfetta giustizia. Guardate il Cielo, guardate le lucenti stelle che
brillano in esso, contemplate la pallida luna che rischiara la notte, ammirate
l’incanto della volta stellata e l’armonia dell’Universo: tutto è opera Divina.
Ogni stella sta al posto suo e non invade lo spazio altrui; la luna sta lì e
non si sposta; il sole si mantiene alla giusta distanza dalla terra: se si
avvicinasse la brucerebbe; se si allontanasse la farebbe gelare. Piccoli miei,
che incanto questa creazione, opera sublime del Creatore! La sua potenza
traspare ovunque, la sua grandezza è palese in ogni opera sua!
Nella
scena hai visto come la terra ha infranto le sue Leggi, il Cielo ha tolto la
sua luce, ogni cosa ha perso il suo equilibrio. Questo accade, quando l’uomo
infrange le Leggi Divine, quando le infrange con il grande peccato sociale.
Tutto diviene disarmonia: quello che accade nel profondo degli esseri umani
accade, poi, intorno a loro.
Il
grande peccato porta le grandi lacerazioni che sono prima interiori e poi
esteriori. Chi nel suo cuore ha messo Dio, Dio al centro del suo mondo
interiore, proietta ovunque la sua luce, la sua pace, la sua sublime armonia.
Chi ha spezzato in sé questo equilibrio ha il caos interiore e le luci,
sinistre, vengono proiettate anche all’esterno. Così accadrà intorno a voi:
dove armonia vive, armonia vivrà; dove disarmonia vive disarmonia regnerà!
Capitemi, piccoli. Vi ho parlato con linguaggio chiaro; ma molti ancora non
hanno capito bene.
Presto
dovrete fare tesoro di quello che avete messo da parte, perché altro non vi
sarà aggiunto. Guai a chi non ha colto l’occasione felice ed il dono sublime:
l’occasione non ci sarà più e il dono verrà tolto! Figli, vi voglio tutti santi
e felici, vi sto conducendo per mano, come bimbetti; ma non lasciatevi attrarre
da forze ostili che non mancano, non lasciatevi distogliere dal cammino di
luce. Neppure per un attimo, neppure per poco dovete farlo: il nemico è
all’erta e non perde un attimo, v’inganna, quando meno ve lo aspettate, perché
ha un’arte sottile di agire. Siate forti, coraggiosi, tutti di Dio, saldi nella
fede e ferventi nella preghiera. Solo così potrete resistere bene agli attacchi
che sta per sferrare il terribile serpente. Non posso fare più di quanto già
non stia facendo: la vostra volontà è libera di scegliere; lo è e lo sarà, fino
all’ultimo momento. Ripetete ogni giorno la consacrazione a me ed a Gesù.
State, saldi, vicino a noi con il vostro cuore, con ogni pensiero. Sappiate
essere attenti alla volontà Divina, a fare sempre ciò che a Dio è gradito. Non
guardate l’esempio del mondo; seguite me che vi conduco a Gesù perché la vostra
felicità sia piena ed il dolore scompaia per sempre.
Vi
ringrazio dei piccoli sacrifici, che fate e che avete fatto per la mia
intenzione.
Vi
amo. Ti amo, figlia.
Maria
Santissima