Opera scritta dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

14.12.97

 

 

Eletti, cari amici, vengo nel mondo per liberarlo dalle catene della schiavitù, vengo per dare pace a chi desidera pace, dare gioia a chi desidera gioia, offrire una vita nuova ai miei fedeli.

 

 

Sposa cara, il mio ritorno è tanto vicino: lo Spirito Santo sta preparando i cuori e le menti. Ogni uomo sia docile e si lasci mutare, sia umile e si lasci plasmare. Vengo per dare pace e gioia, per portare la salvezza ad ogni uomo; ma il mondo non mi accoglie, sposa cara, il mondo continua a respingermi. Lo Spirito opera, incessantemente: i segni sono sempre più evidenti e significativi. Rifletta il mondo su quello che sta avvenendo; i fatti, che accadono, sono tali da attirare l’attenzione di tutti. Chiamo i lontani, sollecito i vicini: troppo indugiano alcuni. La mia chiamata deve avere risposta immediata: chi presto risponde prima potrà godere. Dico ai miei diletti: gioite ed esultate, perché la vostra liberazione è vicina. Dico ai lontani: correte e non fate alcuna sosta, perché il tempo più non c’è. Dico ai più zelanti e fedeli: perseverate senza stancarvi, perseverate; nessuna tempesta, per quanto violenta sia, potrà travolgervi. Dico a quelli che stanno in alto: date esempi che edifichino, mostrate a chi vi guarda la vostra giustizia.

Tornate a me col cuore e con la mente. Vi guiderò e voi sarete guide luminose. Non siate superbi ed orgogliosi: quello che possedete è mio, a me appartiene ogni cosa; la vostra stessa vita è mia. Sto per riprendermi ogni cosa. Prima che Io, Io, Dio, lo faccia, perché mi spetta, offritemela voi con larghezza con generosità; usate la ricchezza che possedete per sollevare l’indigente, usate la posizione preminente per offrire esempi di bontà e correttezza. Vedano i piccoli, vedano ed imparino.

Sposa diletta, vedi ogni giorno con i tuoi occhi che il cerchio si va chiudendo sempre più. Molti, però, ancora sono rimasti fuori: sono prigionieri del loro orgoglio, sono immersi nell’errore fino al collo e non si ravvedono! Mia diletta, tutto sta per giungere a conclusione e non si ravvedono; tutto sta per finire, mia diletta, e costoro vivono spensierati!

I loro beni sono miei ed Io, Io, Gesù, me li prenderò, assai presto. La loro vita mi appartiene e ne chiederò conto, quando meno se l’aspettano: sono il Padrone di ogni cosa. Come vorrei che il mondo lo comprendesse, presto! Come vorrei che gli uomini mi offrissero, spontaneamente, ciò che posseggono! Ciò che mi donano lo metterò nel mio scrigno, lì resterà per loro e nessuno potrà appropriarsene.

Diletta, quanti sono quelli che mi offrono molto? Chi mi porge le briciole, così, come si fa ad un mendicante, crede già di fare molto. Coloro che mi offrono tutto il loro cuore, ogni pensiero, ogni anelito sono ancora assai pochi, mentre proprio questo Io desidero, proprio l’offerta totale di se stessi, di tutto ciò che si possiede.

Mia piccola, se gli uomini non staccano il cuore subito, dico subito, ripeto subito, dalle cose terrene avranno molto da patire, allorché si vedranno privati, improvvisamente, di quanto troppo amavano.

Un giorno ti dissi che prima toglierò il superfluo, poi, piano piano, anche il resto, tutto ciò che distrae l’uomo da me.

Nessuno pensi che questo sia rigore, sia severità: tolgo quello che nuoce alla salvezza.

Prima potrebbero essere i beni che sviano la mente ed il cuore; poi, potrebbe essere la salute del corpo, se questo bene diviene un inciampo: nell’indigenza e nella debolezza l’uomo comprende che il solo bene, al quale deve aspirare con tutta l’anima e con tutto il cuore, è quello della salvezza: altro bene più grande non c’è!

A che serve all’uomo, a che serve il possesso del mondo intero, se ha perso l’anima sua, l’unico bene che dura in eterno?

Sposa cara, capisca il mondo, capisca, fin quando ha ancora una briciola di tempo, comprenda che, allorché il sole è completamente tramontato ed anche l’ultima scia se n’è andata, è ormai inutile invocare la luce: essa non tornerà, perché è scesa la notte! Bisogna operare, diletta, bisogna operare ora, giorno per giorno, attimo per attimo; bisogna affrettarsi, prima che il buio avvolga ogni cosa e nulla si può aggiungere e nulla togliere. Per molti le mie parole risulteranno avvolte di mistero, ma ne capiranno il significato col passare del tempo e con lo svolgersi degli avvenimenti.

Mia piccola, il mio spirito vuole permeare di sé ogni anima di questo tempo, prima che tutto accada; occorre però sempre la volontà, occorre la docilità, occorre l’umiltà. Guai all’uomo che si sente tanto sapiente da non aver più nulla da apprendere: ti dico che costui morirà nella più grande ignoranza! Guai all’uomo che si sente santo, solo perché ogni giorno va ripetendo orazioni e preghiere senza neppure comprenderne il vero senso! Guai all’uomo che alza il capo, orgoglioso e soddisfatto di se stesso, si ritiene arrivato al traguardo e non fa nessuno sforzo più!

Ti dico, sposa cara, che quest’uomo è un grande stolto che si prepara alla più grande delusione: il mio spirito non potrà entrare in lui, perché non può operare nei superbi, negli orgogliosi, ma solo negli umili e nei docili.

Sposa cara, i grandi più grandi divengano gli umili più umili, se vogliono la salvezza e i sapienti più sapienti ammettano di non conoscere nulla, di dover apprendere ancora tutto: solo così Io, Io, Gesù, infonderò in essi la mia sapienza ed essi diverranno grandi della vera grandezza, potenti della vera potenza che non è, certo, quella che proviene dall’uomo, ma solo quella che viene da me. Sposa, se il mondo non si volgerà a me, immediatamente, se ogni collina non diverrà pianura, se ogni mente non si abbasserà, fino a divenire percorribile anche dalle gambe di un piccolo bimbo, se questo non avverrà subito, per volontà d’uomo, Io, Io, Gesù, opererò perché questo avvenga, ma non sarà la stessa cosa: non più la misericordia agirà, ma il rigore, non più la tenerezza, ma la perfetta giustizia.

Piccola mia, estendi il mio messaggio e venga subito compreso: oggi mi piego ancora amoroso sul mio, misero, popolo tanto malato, mi piego per medicare, sanare, guarire, risollevare e la Madre mia Santissima mi è sempre accanto; ma sia, però, ben chiaro: non medico chi rifiuta di farsi aiutare, non uso la forza verso chi si oppone, perché la scelta deve essere spontanea.

Dico al mondo: ogni uomo m’invochi ed Io lo libererò da ogni pena fisica e morale e lo stringerò al mio Cuore.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

Opera scritta dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

14.12.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli, oggi è un giorno di grande gioia. Vivete lieti, perché Gesù vi ama e prepara per voi un futuro splendido. Chi tanto desidera la pace avrà la pace, non dovrà più sospirarla a lungo.

I grandi giorni sono già cominciati sia per i figli docili ed obbedienti, umili e disponibili, sia per coloro che non vogliono capire la lezione Divina. Tutto è già iniziato. Vedrete e capirete bene il senso delle mie parole dallo svolgimento dei fatti.

Gesù è vicino ad ogni uomo e lo invita alla scelta, lo prende per mano e gli dice: “Non temere, piccolo essere, non temere, creatura: non sei solo nella tua tribolazione, non sei abbandonato nel tuo tormento! Pensavi che Io, Io, Dio, ti avessi dimenticato? Può un padre amoroso dimenticarsi dei suoi figli? Può una madre trascurare il piccolo che ha nella culla? Se anche questo accadesse tra gli uomini, non può accadere a me, Dio, che ho plasmato le tue carni e ti ho visto crescere nel seno materno ed ho benedetto sin dall’inizio ogni fibra del tuo essere. Non temere, piccolo uomo che soffri, perché nessuno ti guarda, nessuno ti pensa, nessuno ti tiene in alcuna considerazione né ascolta quello che dici né sente il tremito di paura che scorre in te: Io, Io, Gesù, ti guido e non ho occhi che per te; Io, Io, Gesù, non cesso neppure per un istante di pensarti, ti tengo in grande considerazione. Parla pure al tuo Signore; Io ti ascolto e non trascuro neppure una parola di quelle che dici. Sento il tuo tremito, perché ti sono vicino, vicino. Affidati a me, piccolo uomo. Abbandonati a me piccola, creatura, tanto amata dal tuo Signore. Lasciati andare all’onda, soave, del mio Amore: quest’onda ti conduce, ti culla, ti sostiene. Non temere più, non gemere più; sia gioia da questo momento in poi la tua vita, sia in te la gioia. Te la dono in quantità infinita; prendila ed attendi che anche il breve tormento, al quale sei sottoposto, cessi. Gioisci, gioisci in me, figlio caro, gioisci: Io, Io, Gesù, sono la gioia, Io, Io, Gesù, sono la pace! Resta in me, come in questo momento sei in me, e nulla mai più avrai da temere”.

Piccoli cari, queste le consolanti parole di Gesù all’uomo d’oggi. Vedete che ci sono angoscia e tormento intorno. Lo sapete il motivo, lo conoscete, perché ve l’ho spiegato: gli uomini rifiutano Dio; gli uomini rifiutano l’aiuto che viene dall’alto, contano, invece, su se stessi e si appoggiano sui loro simili. Cercano solo l’uomo, contano su di lui e non si accorgono che la debolezza non può essere sostenuta dalla debolezza. Dico che ogni figlio in questo tempo deve capire che, senza Dio, la vita non è vita, la gioia non è gioia. Solo in lui, figli cari, tutto prende colore. Parlate pure coi vostri fratelli di fede e insieme cercate la soluzione ai vostri problemi, dopo aver invocato Gesù che vi aiuta, che desidera venirvi incontro come Padre amoroso che vuole risolvere le vostre questioni.

Piccoli miei, oggi v’invito a confidarvi con Gesù; non importa, se nessuno vi ascolta, non importa, se non avete un uomo col quale confidarvi: c’è Gesù per voi, c’è Gesù con voi. Parlate a lui, ditegli quello che vi preme; ma ascoltate, poi, nel silenzio la sua voce: vi darà la risposta che cercate, le carezze che desiderate. Piccoli, confidate in Gesù. Non vi colga la tristezza, se siete tanto provati; ma sappiate attendere il vostro giorno. Siate perseveranti nella preghiera e pieni di zelo nel servizio.

Mi rivolgo ai figli più tristi, perché la prova è assai dura: lasciatevi consolare da Gesù e da me. Questa sofferenza si trasformerà tutta in gioia, grande, se saprete vivere bene questo tempo di attesa. Anche Io, figli cari, ho aspettato, ho sofferto, ho pazientato tanto, poi… è venuto il giorno, meraviglioso e grande: ho visto il Figlio Santissimo venirmi incontro per tenermi sempre con sé. Verrà, figli cari, verrà anche per voi il giorno, unico e grandioso!

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia.

 

                                                                                              Maria Santissima