Opera
scritta dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
16.12.97
Eletti, amici cari, ecco, sta per giungere il giorno
che tanto attendete: alba di felicità immensa, alba di pace sconfinata, alba,
tanto aspettata da chi mi ha veramente amato.
Sposa
diletta, esulta e gioisci e non vi sia ombra di tristezza nel tuo cuore: il
giorno, lungo e tedioso, sta tramontando, definitivamente. Le nebbie si
dissolvono e una grande luce accoglie il popolo di Dio: non è quella,
conosciuta, dell’astro che illumina la terra, è quella nuova di un astro che
non tramonterà mai. Il buio non tornerà più, il freddo cesserà e il Cielo
tornerà ad essere limpido, trasparente, come lo fu nel momento, grandioso,
della creazione.
Guarda,
piccola mia sposa: vedi come le nebbie vanno dissolvendosi all’orizzonte? Vedi
una luce, nuova, che mai i tuoi occhi hanno veduto. Questa, mia cara, è l’alba
del nuovo, grande, giorno, alba sublime che entra nel mondo.
Ecco
ovunque delle soavi presenze, che conosci molto bene: voli leggeri, come di
libellule, vedi ovunque intorno a te e fugge il fumo denso che poco prima
occupava l’etere. Guarda bene, diletta, acuisci la vista: quello che sembra
fumo nero e denso non è tale; solo agli occhi velati pare così. Invero puoi
distinguere ora, alla mia luce, delle presenze cupe: sono spiriti del male, in
tale quantità da oscurare il Cielo. Tutte queste presenze negative sono
invisibili, ma reali. Vedi, però, che si stanno allontanando, spinte via da un
vento irresistibile, turbinoso, violento. Ecco: se ne vanno, ululando come lupi
disperati. La luce diviene sempre più nitida ed il cielo sempre più limpido;
gli angeli santi occupano il posto che poco prima era di quelli del male. Vedi,
amata, che scena sublime ti mostro!
Le dolci
presenze ti sfiorano, soavemente: è un saluto amoroso ed un annuncio di un’era
di vera pace, di grande felicità: ecco il mondo nuovo, preparato per i miei
fedeli, per tutti coloro che hanno creduto in me.
Ora
osserva bene quello che accade davanti al tuo sguardo: nella terra si apre una
voragine, vedi come si spalanca sempre più: sembrano le fauci di un mostro
avido che vuole inghiottire tutto, e diviene enorme. Il ventre della terra si è
aperto ed è divenuto un abisso, profondissimo, di colore nero, come pece. Le
presenze cupe, che prima ti ho mostrato, sono trascinate dal vento impetuoso
verso il fondo, ma esse non sono sole; come vedi, trascinano dietro a sé una
grande quantità di disgraziati che gridano e bestemmiano: non vogliono andare!
Nessuno corre ad aiutarli. Le urla dei condannati si mescolano a quelle dei
loro torturatori. Mentre il vento diviene violentissimo, la grande voragine
inghiotte avidamente e sembra non essere mai sazia. Le presenze spaventose
scompaiono, ma con esse anche anime in gran numero, anime, che Io, Io, Dio,
avevo creato per la gioia, per la felicità, per il godimento dei doni più
sublimi!
Ecco,
diletta, ecco la fine dei superbi, orgogliosi e perseveranti nel male! Dov’è
ora la grande arroganza, dove la presunzione, dove la potenza? Vengono
trascinate via queste anime: coloro che tanto le avevano illuse sono divenuti i
peggiori aguzzini! A chi si appellano nella loro disperazione? Se urlano
nessuno le ascolta più; se invocano, nessuno può andare più loro incontro,
perché ormai è troppo tardi: al tempo della grande misericordia è succeduto
quello della perfetta giustizia e ora ogni anima segue quella sorte che ha
voluto per sé. Continua ad osservare la scena, sposa amata. Ti sento tremare;
ma non hai nulla da temere: le mie braccia amorose ti accolgono. Osserva quello
che continua a svolgersi: la fila, rumorosa e cupa, continua ad entrare nella
gola che rimbomba di urla e bestemmie di ogni genere e sembra proprio l’antro
di un dragone, inferocito, che sembra non voglia mai saziarsi e divora, divora.
Ma anche di questo giunge la fine: l’ultima fila di disperati è entrata. Vedi
come ora la grande voragine si chiude a poco a poco: non c’è più, è scomparsa;
sopra, l’erba torna a crescere e le piante a spuntare. Ecco: la terra diviene
un giardino, immenso, percorso dalle presenze soavi, armoniose, che dal cielo
si posano sulla terra e sembrano vezzose nuvolette dai colori lievi; sono,
invece, angeli leggiadri che dal Cielo si posano sulla terra. Vedi: in ogni
luogo canti ed armonie liete, voci felici e suoni di arpe e cetre; la caligine
è scomparsa. Della scena passata che tanto ha fatto tremare il tuo cuore non
c’è più traccia, sposa amata. Oggi il passato è stato sepolto e dimenticato;
non conta che l’attimo presente, felice, lieto, come mai.
Gioisci,
mia sposa, gioisci, mia amata; con te gioiscano tutte quelle creature
predilette che, su mia richiesta, hai tenuto strettamente per mano. Vedi i loro
volti felici ed esultanti, vedi la radiosità
del loro
sorriso: quelli, che hai avuto compagni nel momento del travaglio terreno,
allorché le cupe presenze hanno rattristato l’esistenza degli uomini, ora ti
sono accanto nella grande felicità, da me promessa, e cantano a me l’inno della
vittoria, circondate dai miei angeli e dai santi che mi fanno da corona. Tutte
queste anime, infatti, sono raccolte vicino a me e godono il mio volto, vedono
la mia presenza viva ed anche l’ombra del dolore passato è scomparsa. Tutto il
dolore, la pena vengono obliati, perché nel nuovo giorno, che è spuntato, non
ci deve essere tristezza, ma solo gioia, felicità, pace in me.
Racchiudi
bene nel cuore quello che hai visto e sappi che tutto è assai prossimo a
verificarsi: poco ancora c’è da attendere. Sposa amata, ripetilo ai cuori
tormentati: già la grande voragine sta aprendo le sue fauci per inghiottire il
male e tutti coloro che l’hanno promosso, favorito, voluto.
Gioisci
in me, amata sposa.
Ti
amo. Vi amo
Gesù
Opera
scritta dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
16.12.97
La Mamma parla agli eletti
Gioite
in Gesù che è la gioia senza fine. Aiutate anche i fratelli, che vi seguono, ad
essere sempre nella letizia, anche se questo momento è di prova e spesso di
desolazione.
Piccoli
cari, guardando intorno, vi sembra che il mondo stia crollando: sentite tremare
la terra sotto i vostri piedi, per il peso, enorme, del peccato che è dovunque.
Così è infatti. Gli uomini continuano nel grave errore e non si pentono di ciò
che fanno: chi è nel fango non fa nulla per rialzarsi; chi sta sprofondando
nella palude neppure se ne rende conto, tanto è annebbiata la sua mente ed
indurito il suo cuore.
Piccoli
cari, davanti ai vostri occhi questa è una situazione senza sbocchi, vi pare
che non ci sia rimedio alcuno. Ebbene, piccoli cari, non lasciatevi cogliere
dalla tristezza, non pensate che non esista alcun rimedio: ciò che impossibile
all’uomo non è tale per Dio.
Consolate
il vostro cuore, figli amati, perché lo Spirito Santo sta scendendo col suo
fuoco ad incendiare tutta la terra: i cuori gelidi si scioglieranno ed il
sereno tornerà in molte menti. Sì, figli cari: vedrete tante conversioni;
vedrete i lontani correre ed affrettarsi ed i tiepidi infuocarsi; vedrete le
acque torbide divenire trasparenti, come cristallo, ed ogni nebbia dissolversi.
Lasciate
che lo Spirito operi ed assisterete alle più grandi meraviglie che si
manifesteranno davanti ai vostri occhi incantati: vi sembrerà di essere
ritornati piccoli bambini, allorché il prestigiatore faceva i suoi giochi e
voi, incantati, eravate pieni di gioia.
Perseverate
nella preghiera e nel servizio, senza mai stancarvi. Ci saranno giorni un po’
pesanti e difficili che vi faranno riflettere e gemere un po’; ma ci saranno
anche molti giorni lieti e senza nubi, nei quali gusterete, a pieno, le
dolcezze dell’Amore Divino.
Piccoli
cari, vi ho preso per mano e vi conduco alla più grande festa. Vi prendo per
mano perché nessuno si perda per strada; sappiate, però, che tutto dipende da
voi: siete liberi, figli cari, liberi in ogni vostra azione, liberi in ogni
vostro pensiero. Liberi resterete: Dio, che tali vi ha creato, vuole che così
rimaniate fino all’ultimo.
Siano le
vostre azioni sempre conformi al volere Divino e il pensiero sempre secondo
Dio, non secondo questa, diffusa, mentalità umana. Quanti figli continuano a
sbagliare, perché vedono che il vicino sbaglia: non capiscono che ciascuno
verrà giudicato per la propria condotta e l’errore altrui non costituirà una
giustificazione!
Oggi la figlia
mia, parlando con un’anima simile, ha detto: “Gesù chiederà conto del talento,
costituito dall’intelletto: esso deve essere, adeguatamente, utilizzato
dall’uomo che dovrà rispondere del dono ricevuto.” Così è, piccoli miei, di
ogni talento bisognerà rendere conto a Dio. Ricordatelo sempre questo! Pensate
ai doni che avete ricevuto, esaminateli ad uno ad uno e riflettete sull’uso che
ne state facendo.
Piccoli,
quando Gesù tornerà e chiederà conto del suo, dovete essere pronti a restituire
il suo, più l’interesse che ha fruttato. Egli vi sorriderà, amorosamente, e vi
dirà: “Servo, buono ed operoso, sei stato fedele nel poco, ora avrai da me
grandi beni da amministrare. Gioisci, perché l’inverno è ormai passato e
questa, nuova, primavera non finirà mai, essendo una stagione tutta speciale,
una stagione che non conoscerà più fine! Questa è l’era, felice, che il Padre
ha preparato per coloro che lo hanno amato e testimoniato fedelmente”.
Piccoli,
non guardate gli errori degli altri, non guardate verso le tenebre: c’è una
grande luce davanti a voi! Immergetevi in essa e siate felici.
Vi amo.
Ti amo, figlia cara. Prega perché lo Spirito trasformi molti cuori.
Maria
Santissima