Opera scritta dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

19.12.97

 

 

Eletti, amici cari, non torno più nel mondo come bimbo povero che trema tra le braccia della Madre. Sono nato un giorno nella più grande povertà per insegnare agli uomini qual è la vera ricchezza, alla quale aspirare. Ora tornerò nella mia potenza, nella gloria, circondato dai miei angeli e santi, per giudicare il mondo e vedere l’uso che è stato fatto dei miei doni.

 

 

Sposa cara, in molte case c’è un piccolo presepe: quest’anno, più che in passato, lo Spirito ha ispirato gli uomini a riflettere sul grande avvenimento di allora. Vedi nella spoglia mangiatoia il piccolo bimbo che tende le braccia a tutti? Vedi gli occhi, pieni di luce e d’Amore? Io, Io, Gesù, venni un giorno sulla terra - così scesi, diletta - a portare la mia luce nelle menti ed il mio Amore nei cuori.

Guardino bene gli uomini di questo secolo il piccolo bimbo di allora, ma non per sorridere spensierati e distratti e, poi, ritornare nelle proprie attività di sempre, senza nulla aver compreso! Ogni anno si ripete la stessa scena, ogni anno si prepara questa festa, senza luce nella mente, senza fuoco nei cuori, da parte di tanti uomini! È divenuta un’abitudine; quindi, la mia nascita non fa pensare abbastanza. Si ripetono le stesse cose di sempre; per un attimo qualcosa cambia, subito dopo, tutto ritorna come prima.

Ebbene, quest’anno non deve essere più così: non più un fugace pensiero ci deve essere, ma una lunga meditazione, questa: il bimbo che vedo, così piccolo, così inerme, così povero, non è tale, è il Re dei re, è il Signore della storia – che non è rimasto bimbo, scaldato dal fiato di due animali – che ora sta per tornare in grande potenza! Non è soltanto il piccolo bimbo che sorride ed apre le braccia al mondo. Egli ha offerto al mondo molto tempo, entro il quale occorreva che si preparasse alla nuova fase, quella risolutiva. Ebbene, il piccolo bimbo è cresciuto tra gli uomini, ha sofferto tra gli uomini, è morto tra gli uomini poi, però, è ritornato lì, a fianco del Padre per regnare con lui in eterno.

Sposa amata, il mio regno non è di questo mondo; ma lo voglio instaurare in questo mondo. Da bimbo, sono venuto a portare i miei doni sublimi perché gli uomini ne facessero uso adeguato; ora ritorno per vedere come sono stati utilizzati e chiedo a ciascuno conto di quello che ha ricevuto: a chi molto è stato dato molto sarà chiesto; a colui, poi, al quale è stato concesso il potere sugli uomini ed un seggio preminente sarà chiesto assai, assai, in proporzione a quanto ha ricevuto.

Quest’anno, diletta, guardando il presepe, pensa a questo: il bimbo che è disceso un giorno tra gli uomini ha iniziato un processo che deve concludersi; è solo un principio quello che vedi, un principio che deve avere una conclusione. Diletta, lo sappia il mondo che questo è il tempo che mi sono scelto per concludere ciò che allora ho iniziato. Il bimbo inerme, che vedete, rappresenta l’infinita misericordia Divina che vuole accogliere ogni uomo; infatti, chi ha paura di un bimbo? Chi non sorride, intenerito, davanti ai suoi occhi?

Ogni uomo depone la sua paura, la sua timidezza. Ogni uomo desidera stringere la piccola mano, senza provare timore ed angoscia. Ecco il significato che dovete dare al bimbo del vostro presepe. Guardatelo con amore, come si fa con ogni piccolo, ma anche con tremore, perché quel piccolo che vedete è Dio, è Dio, sposa cara, è il Creatore dell’Universo, è il Signore della storia, è il Padrone di tutto che sta per tornare in modo speciale, come giudice dell’intera Umanità!

Non tremi l’uomo davanti a questo pensiero, ma rifletta e, se occorre, cambi vita, subito, perché il tempo è giunto ed altro non si aggiungerà! La mia presenza nel mondo, dopo la mia ascesa al Cielo, è sempre stata viva. Non ho lasciato sole le mie creature predilette: pensate all’Eucarestia, che molti di voi godono ogni giorno, pensate alla mia presenza in essa. Voi mi accogliete giornalmente nel vostro cuore come cibo Santissimo: più vicino di così non potrei essere alle mie creature predilette! Entro in voi, piccoli miei, per mutarvi gradualmente e rendervi sempre più simili a me. Entro in voi perché l’infinito trasformi il finito. Entro in voi per prepararvi adeguatamente alla fase finale, quando Io, Io, Gesù, riconoscerò nelle vostre sembianze le mie sembianze e vi chiamerò a regnare con me, perché mi siete divenuti simili.

Sposa mia, chi si nutre di me vivrà per me e chi vivrà per me farà le opere che Io gradisco. Chi mi avrà dato gioia sarà considerato figlio prediletto, pronto a regnare al mio fianco nel nuovo regno di pace universale e felicità infinita.

Verrò nel mondo, presto, così, come venni allora: visibilmente e sensibilmente. Molti, infatti, mi poterono vedere e toccare. Ora tutti mi vedranno, sposa cara, tutti, da una parte all’altra della terra, non più, però, come bimbetto tremante: vedranno la mia figura maestosa, circondata di potenza e splendore. Si prepari, quindi, ogni uomo della terra ad accogliermi in tal modo.

Benedetto colui che mi ha atteso pieno di gioia, speranza ed amore! Beato chi ha sentito dentro al cuore una sublime emozione a questo pensiero: vedrà il mio volto e non tremerà, per il terrore e la paura, ma riconoscerà in me il Padre buono che sempre ha parlato al suo cuore, il maestro che l’ha istruito, il compagno che gli è stato vicino, il fratello che gli ha sorriso nella solitudine.

Diletta, grande gioia porterò a chi mi ha atteso, mi ha preparato la strada, ornata di fiori, che percorrerò tutta. I miei doni mi precedono; sono infiniti e li ho preparati per ogni uomo della terra: ognuno deve ritrovare la pace, la felicità, il mio Amore.

Natale gioioso per tutti sia questo: sta per scendere a regnare sulla terra un Re potente e giusto. Ogni collina diverrà pianura, ogni montagna si abbasserà, scomparirà il deserto e diverrà un giardino irriguo. Il ventre della terra si sta aprendo per inghiottire tutto il male. Gioiscano le mie creature predilette, perché solo gioia avranno, il dolore sarà scomparso e neppure il ricordo resterà più.

Vivi con gioia, mia sposa, il nuovo giorno che nasce: lo riempio delle mie delizie. Offri i miei doni ai fratelli.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

19.12.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Figli amati, Gesù vi dice ogni volta parole consolanti che vi fanno felici. La presente tribolazione è come nuvola passeggera, che il vento porta via ben presto, perché un grande futuro è pronto per voi. Siate felici: viene Gesù come giudice della storia! Certo, queste parole vi fanno tremare nel profondo; ma egli vi guarderà con Amore, piccoli miei, egli vi sorriderà, allorché poserà il suo sguardo potente su di voi, perché l’avete amato e l’avete fatto amare, siete stati suoi amici cari e sapete che, sempre, agli amici si serba un trattamento speciale.

Non tremate, amati figli, ma gioia sia la vostra vita sin dal mattino, gioia, perché il giudice per voi è il Dio Amore, che servite con zelo ogni giorno. Chi ha paura di un caro amico, al quale è veramente legato? Vi dico: la gioia, grande ed incommensurabile, si avvicina per ognuno che a Gesù ha guardato come all’amico sincero, come al compagno insostituibile della sua vita. Attendete con letizia il momento che sapete ed aiutate anche gli altri a fare altrettanto.

Pensino invece gli stolti, pensino e riflettano su queste mie parole; non attendano così nella superficialità e nel disinteresse il grande giorno, perché non sarà gioia per loro, in quell’alba, lunga ed interminabile, la gioia non entrerà in loro. L’Universo intero esulterà, le montagne salteranno per la felicità, come capretti gioiosi; questi, però, conosceranno in un momento il più grande dolore, perché non hanno saputo riconoscere il attimo nel quale sono stati visitati.

Voi dite nel cuore: “Lo Spirito compirà il grande miracolo e muterà cuori e menti; già lo sta facendo.” Così è, piccoli miei; ma lo Spirito deve trovare un’anima disposta ad accoglierlo, un’anima disposta a rinunciare al peccato e pronta ad invocare il perdono umilmente e ad accettare la penitenza e la purificazione.

Piccoli miei, chi è nel peccato si umilii e lo riconosca, si umilii e provi profonda contrizione.

Miei piccoli questo è un grande Natale. Gesù nasce per ogni uomo ed ancora gli offre la sua misericordia. Accostatevi tutti al bimbo Santissimo con i propositi giusti. Non sia solo l’emozione di un momento, la tenerezza di un attimo fugace; sia, invece, la visione del dolcissimo bimbo un’occasione unica per implorare le grazie necessarie al radicale cambiamento di vita.

Vedete il mio piccolo: ancora tende le manine al mondo, ancora offre il perdono e la pace; ma pensate che egli è lo stesso che tra poco verrà come giudice della storia e ognuno dovrà rendere conto delle sue opere, di ogni istante della propria vita, dei doni ricevuti e spesi, dei talenti ricevuti e sotterrati, delle grazie più grandi ricevute e non utilizzate. Di tutto, proprio di tutto ogni uomo dovrà rendere conto!

Oggi desidero ancora invitarvi a prepararvi attentamente al grande momento che verrà per tutti, figli cari, proprio per tutti e molto prima di quanto crediate. Dico ad ogni uomo della terra, oggi, alla vigilia di questo, splendido, Natale: riconciliati con Dio! Non aspettare un’altra opportunità; oggi ti viene offerta l’occasione, non permettere che ti sfugga e ti lasci poi con le mani vuote!

Figlio, ascolta la parola della Madre, che infinitamente ti ama. Riconciliati con Dio, subito! Subito! Apri il tuo cuore e lascia che la sua tenerezza lo accolga. Non temere, non tremare, pensa, però; pensa e poni rimedio, subito, tempestivamente, perché il tempo fugge e con esso ogni opportunità! Gesù ti attende come il piccolo bimbo, pronto a concederti il perdono: vuole la tua salvezza, non certo la rovina.

Quest’anno ognuno colga l’invito a riconciliarsi. Non ci sia uomo sulla terra che rimanga fermo nella sua testardaggine.

Vincete il peccato con l’amore: Dio ve ne concede in misura infinita perché abbiate il coraggio di rompere la catena che vi avvince ad esso. Coraggio!

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia.

 

                                                                                              Maria Santissima