Opera scritta dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

27.01.98

 

 

Eletti, amici fedeli, voglio che la terra divenga un giardino, un giardino di fiori splendidi e profumati. Il mio progetto proprio in questo tempo deve avverarsi. Cooperate, statemi vicino: vi desidero accanto a me. Vedrete le meraviglie del mio Amore.

 

 

Sposa cara, ho bisogno del tuo travaglio, ho bisogno del dolore delle anime fedeli per smuovere i macigni che vogliono stare inchiodati al suolo. Non ho più tempo per aspettare: mi serve il sacrificio dei buoni. Offritemelo, tutti, tutti, con gioia. Ciò che avrete sarà molto di più di quanto date: non c’è proprio confronto. Non vi chiederò un sacrificio impossibile né un’offerta sproporzionata per le vostre forze; ogni giorno dovrete darmi qualcosa, ogni giorno un poco.

Sapete, come il mare è formato da infinite gocce, anche voi, piccoli cari, avrete un mare di meriti, se non lasciate cadere neppure un istante nel vuoto. La Madre mia ha parlato spesso del valore infinito della S.Eucarestia: unitevi spesso al mio sacrificio, sublime, unitevi a me, strettamente, lasciando dietro le spalle i problemi e le preoccupazioni. Siate tutti miei in quel momento, siate tutti miei; formate un solo cuore col mio e non pensate ad altro. Io sono per voi; voi siate tutti per me. Col mio sacrificio ho salvato il mondo, col mio sacrificio salverò il mondo e voi sarete con me, con me, stretti a me, un unico corpo col mio.

Sento, sposa cara, i tuoi lunghi sospiri, sento le tue parole amorose che mi chiamano perché venga presto a dare sollievo alla terra, gelida ed avvolta nelle tenebre. Piccola, mia, sposa, resta vicina a me, resta sempre vicina a me con tutta l’anima tua; certo, il travaglio grave ti fa penare: il nemico opera, senza riposo, perché le persone che ti circondano ti diano massimo travaglio. Egli non potrebbe nulla se Io, Io, Gesù, non glielo permettessi: egli è uno schiavo che opera solo se ha il permesso di farlo.

Diletta, come già sopra ho detto, questa, tua, umiliazione e questo dolore, offerto tutto a me con dedizione totale, saranno la salvezza di tante anime che vedranno conversione proprio all’ultimo momento. Pensa a questo, piccola mia. Quando la sofferenza si fa più pungente, pensa che a me serve e che Io la permetto: se non avesse alcun giovamento, non ci sarebbe. Il mio discorso vale anche per le anime che hai preso per mano, quelle che Io conduco attraverso di te. Conosco il gemito del loro cuore, conto i sospiri e raccolgo le lacrime: nulla è inutile, ma tutto preziosissimo ai miei occhi. Questo è il tempo, sposa mia, questo e non altro, questo, nel quale vivi, amata sposa. Lo Spirito agisce con potenza, ma i cuori sono sigillati, le menti deviate e stordite, perché il nemico non dà tregua, agisce su certe anime a suo piacimento, e le trascina di qua e di là, come burattini insensati. Ebbene, anche questi cuori bisogna che si aprano, che lo facciano subito, prima che scatti l’ultima ora, quella nella quale più nulla sarebbe possibile. Non c’è, quindi, un solo momento da sprecare: il travaglio vostro, anime belle, mi permetterà di offrire altre possibilità di salvezza a chi se l’è giocate tutte.

Molte anime si perdono, amati, perché nessuno prega per loro, perché nessuno si sacrifica per loro. Questo è il momento grandioso e più decisivo della storia: ciò che avviene non è mai avvenuto e ciò che accadrà sarà risolutivo di un’era che deve tramontare, come una giornata uggiosa e piovosa, durata troppo a lungo, che deve lasciare il posto ad un’altra, solare, limpida, luminosa e felice. Sì, sposa, sì, sposa cara: questo grande travaglio passerà, questa è l’ora del tramonto. Ci sarà una breve notte, ma poi splendido, diletta, splendido veramente sarà il risveglio. L’alba nuova avrà una luce che solo i miei fedeli potranno distinguere, avrà un profumo che essi coglieranno, immediatamente. Non ci sarà più tramonto e il buio non tornerà. L’oscurità, che tanto fa paura, non si ricorderà più, perché il nuovo giorno sarà senza fine.

Vedi, diletta, quante meraviglie ho preparato per i miei figli, fedeli? Se pensate a ciò che vi ho preparato, anche il dolore diverrà gioia, anche il travaglio allegrezza, anche il tormento facile da sopportare. Vedi come i giorni passano rapidissimi? Il grande giorno si avvicina sempre più. Capisco la tua ansia: il mio Amore ti fa comprendere tante cose che per gli altri restano nascoste. Anche quest’attesa è sacrificio: il desiderio d’incontrarmi come liberatore diviene sempre più grande, sempre più intenso. Quest’attesa accresce in te l’amore e il desiderio di gustare, pienamente, la mia presenza cresce di giorno in giorno. Così deve essere, sposa mia.

Vorrei trovare al mio ritorno un simile anelito in ogni cuore: solo questi cuori godranno la sublime gioia del mio abbraccio, solo questi cuori!

Chi tanto mi ha desiderato mi avrà, secondo il suo anelito. Chi mi ha chiamato, con amore, udrà la mia voce rispondere, vedrà il mio volto, godrà, pienamente, le gioie, preparate per lui sin dall’origine della creazione. Sapete che anche i vostri capelli sono contati e siete unici davanti a me. Gli uomini della terra sono miliardi e uno non conosce l’altro, neppure se gli vive vicino; spesso, nella stessa famiglia vivono degli sconosciuti, questo perché l’amore non è abbastanza intenso. Io vi conosco ad uno ad uno, conto i battiti del vostro cuore e non mi sfugge nulla, proprio nulla di voi.

Siete miliardi di figli e siete ciascuno come figlio unico; le mie premure sono particolari per ognuno, come se egli solo esistesse. Qualcuno pensa: “Dio non può occuparsi solo di me; ha tanto a cui pensare, ha tante cose delle quali occuparsi, non può badare alle mie necessità!”

Ebbene, ebbene, sappiate che davanti a me siete figli unici e ciascuno ha tutte le mie premure, tutte le mie attenzioni. Non potete guardare a Dio come si guarda ad un uomo, imperfetto e limitato.

Ecco, sposa amata, ecco: sono tutto per te; nulla ti farò mancare, come se nel mondo tu sola fossi da curare!

Figli amati, ciascuno di voi mi avrà interamente, come mi dono alla mia, piccola, fedele sposa. Non vi colga gelosia uno dell’altro: Io, Io, Dio, sarò tutto in tutti!

Gioite. Gioite, anche se avete il volto bagnato di lacrime; saltate di felicità, anche se le membra sono dolenti. Fatelo col cuore, perché il vostro giorno, il grande giorno è ormai prossimo.

                                                                                  Vi amo. Ti amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

27.01.98

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Figli cari, v’invito a proseguire nella gioia di andare, cantando, incontro a Gesù che viene, viene come Re dei re per dominare sulla terra. Gli uomini non l’attendono, e sono pochi coloro che aspettano il suo ritorno: come avvenne un tempo, avverrà anche ora. Quanti erano coloro che si aspettavano che Gesù venisse in quel modo, così diverso da come immaginavano?

Gli uomini procedono secondo una loro logica, gli uomini pensano da uomini e operano da tali, proseguendo sempre con lo stesso pensiero; Dio ha una logica differente, figli cari, assai differente da quella umana, pensa da Dio e come tale opera. Allora scese sulla terra, aspettato da pochi; desiderato dal popolo, ma come liberatore dalle schiavitù politiche ed economiche. Quando si presentò come messia e fece le opere grandiose, sempre pochi capirono la sua grandezza di Uomo Dio. Fu così poco capito che il suo stesso popolo lo mise in Croce, perché non lo capì.

Gesù scenderà sulla terra per compire l’opera iniziata; in un primo tempo non lo riconosceranno in molti, ma solo coloro che lo aspettano. Pensate al vecchio Simeone, alla sacerdotessa Anna: essi lo riconobbero, perché lo Spirito Santo aveva parlato al loro cuore. Ebbene, come allora, anche ora accadrà similmente: i preparati lo riconosceranno, godranno, esulteranno, benediranno il giorno e l’ora; ci saranno, però, molti impreparati che, vedendoselo passare vicino, non ne conosceranno il volto né la potenza fino al giorno, grande ed unico, nel quale egli apparirà nella gloria. Allora splenderà come sole, sfolgorante: chi non vede il sole? Chi non riconosce il sole? Solo i ciechi. Ma allora, allora, figli cari, di ciechi non ce ne saranno più: tutti riacquisteranno la vista proprio per contemplare lo splendido sole, dalla luce perenne.

Gesù guiderà la storia.

Figli amati, consolatevi, a questo pensiero; rovescerà i potenti dai troni, caccerà via i superbi, restaurerà la giustizia fra i popoli, porterà la pace, quella vera, quella profonda che vedrà uniti i cuori e le menti. Sì, figli cari, gioite, perché entro breve tempo Gesù farà tutto questo. Dal fico si capisce quando l’estate è vicina: i germogli, teneri, annunciano una nuova stagione. Così, voi aprite bene gli occhi della mente e del cuore e guardate: non solo vedrete germogli teneri, ma già le prime foglioline spuntate. Ecco, quindi, la grande differenza tra chi appartiene a Dio e chi non è per lui: l’uno, pur nel travaglio, gioisce, pieno di speranza, attende il momento grandioso, non si avvilisce, non si dispera, non si perde d’animo; l’altro, invece, che si è allontanato da Dio soffre, senza vedere speranza, si accorge di aver scelto una strada senza sbocchi, ma non sa cosa fare; proseguire non è possibile, tornare indietro è assai difficile: l’angoscia aumenta e la speranza svanisce ogni giorno di più. Ecco, figli, un mondo di grandi infelici: quelli che hanno confidato in se stessi, coloro che non hanno scelto Dio, ma l’hanno messo in disparte. Sono divenuti ciechi e sordi volontari; lo Spirito non può entrare in loro, perché sono chiusi e testardi: quando viene il bene, non lo vedono, quando scendono le grazie, non le riconoscono; attendono solo il compimento di un processo iniziato tristemente.

Soffro e piango per questi figli. Gesù non li ha abbandonati, certo: li chiama e concede loro nuove occasioni, grazie su grazie. Ma essi sono come statue di marmo, gelide ed immobili, che non rispondono e non si muovono. Figli, guai a chi fa una simile scelta!

Consolate, consolate Gesù che soffre molto: adoratelo, adoratelo, adoratelo!

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia.

 

                                                                                              Maria Santissima