Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
25.02.98
Eletti, amici fedeli, brillerete, come stelle,
nel mio firmamento. Sopportate con pazienza questa, piccola, tribolazione: il
tempo è vicino, il tempo è questo; ancora poco dovrete soffrire. La grande
primavera è giunta.
Amata sposa, nell’abbandono a me sia la tua
gioia; altra non ne avrai. Chiusa in me, potrai godere le più grandi delizie
ogni giorno. Dal mondo non aspettarti nulla: chi ama le cose del mondo non può
amare me; chi è tutto in me si distacca dal mondo.
Piccola cara, ecco, ormai, prossimo il grande
giorno pieno, di luce e di felicità; verrà, improvviso, senza che alcuno se lo
aspetti, perché non vi saranno segni speciali di preavviso, oltre a quelli già
presenti ed assai significativi. Chi mi aspetta nel suo cuore si tiene pronto,
chi mi attende nel suo cuore veglia e non dorme, chi mi attende nel suo cuore è
come lampada sempre accesa giorno e notte, mattina e sera. Non do altri
preavvisi, piccola mia, oltre a quelli che già ho dato ed ancora sto dando.
Come al tempo del diluvio, come al tempo di Sodoma e Gomorra, nessun,
particolare, preavviso annuncerà il grande fatto e ogni uomo sarà colto di
sorpresa: ma solo l’impreparato gemerà; colui che ha il cuore nel mio Cuore non
subirà turbamento, passerà da una condizione ad un’altra, senza sconvolgimento.
Amata sposa, come andranno veramente le cose a
nessuno è stato rivelato, ma ciascuno può arrivarci, per intuizione. Un Padre
viene nel mondo, un Padre amoroso torna dai suoi figli, un Padre, pieno di
ricchezze, carico di doni: i figli obbedienti, i figli docili, i figli, che
hanno fatto bene il loro dovere, lo attendono con ansia e contano i giorni,
scrutano i segni, accarezzano il pensiero del suo ritorno e prendono gioia da
esso. Sperano che ogni alba sia quella giusta e desiderano che ogni cosa giunga
a pieno compimento. Non così, non così fanno i figli ribelli, che sanno di non
aver fatto il loro dovere; essi sono tanto inquieti e si dicono l’un l’altro:
“Il Padre non torna più; quello che si dice in giro è tutta menzogna. Egli ha
molti affari ancora da concludere e non pensa a noi. Certo, un giorno tornerà.
L’ha detto e lo farà, ma questo accadrà in un tempo ancora assai lontano;
possiamo, quindi, continuare a spassarcela, secondo il nostro gradimento.”
Il Padre è alla porta, il Padre è proprio lì a
due passi da loro, ode tutto e sente il Cuore trafitto da mille spade. Egli è
venuto per far gioire tutta la famiglia, e c’è un dono, splendido, per
ciascuno. Bisogna, però, che esso sia meritato: si può dare la mercede
all’operaio fannullone? Si può dare un grande premio a chi nulla ha fatto?
Certo, no! Avrà solo chi ha meritato; per gli altri, che si sono lasciati
sorprendere nell’ozio, ci sarà solo il castigo, meritato.
Il Padre è già entrato, ha superato la soglia: la
prima stanza si presenta vuota; sente un vociare, però, in quella accanto. I
discorsi sono sempre gli stessi: una parte dei figli, minima, peraltro,
sostiene che bisogna prepararsi e tenersi pronti, perché molti messaggeri hanno
parlato di un ritorno assai vicino del capo famiglia; l’altra, assai numerosa,
invece, sostiene che tutto continuerà come prima, continuerà, senza mutamento
alcuno, ancora per molto. Così dicendo, ognuno si accinge a tornare alle sue
occupazioni: chi al lavoro, chi all’ozio, chi al divertimento. Il Padre è
fermo, attende che tutto torni silenzioso e ascolta: c’è ancora un po’ di
rumore, qualche discussione; poi, pace e quiete assolute. Proprio allora egli
entrerà anche nelle altre stanze, senza che alcuno se lo aspetti e farà una
magnifica sorpresa ai figli che lo hanno atteso tanto, sempre ben desti e
pronti. Ecco: egli entra ed essi, non vedendolo, ancora hanno il capo basso e
pensieroso; ma, alzandolo, si presenta ad essi la splendida visione,
improvvisa. Rimangono profondamente emozionati: la gioia è troppa. Non riescono
a muoversi dal loro posto. Ecco: egli sorride, porge le mani e li chiama;
corrono gli amati figli e piangono, piangono, per la felicità inaspettata.
Tutti, il Padre, li raccoglie attorno a sé, tutti quelli obbedienti e docili;
distribuisce ad essi gli splendidi doni e poi dice loro di attenderlo per un
attimo, perché egli deve visitare anche gli altri, quelli che si trovano nelle
altre stanze, chi in ozio, chi immerso in piaceri illeciti, chi in un angolo,
chi in un altro della casa. Anche per costoro è grande la sorpresa; ma
l’accoglienza è ben diversa: chi fugge da una parte per nascondersi, chi
dall’altra per non farsi vedere: sono colti
da grande timore. Ognuno dice tra sé: “Perché non ho obbedito? Perché
non ho dato retta ai molti messaggeri che mi avevano parlato del suo ritorno?
Ora che faccio? Devo aspettarmi il castigo!” Fuggono, quindi, fuggono i miseri
dalla presenza del Padre, chi a destra, chi a sinistra, chi sopra, chi sotto!
Dove andranno? C’è un angolo della casa, dove potrebbero non essere veduti? Il
Padre li raggiungerà ovunque!
Piccola mia, questa sarà la scena del mio
ritorno. Gioiranno molto coloro che mi hanno atteso, (pieni di gioia) pronti ad ogni sacrificio, pur di accogliermi
degnamente; tremeranno, invece, quelli che hanno tralasciato il proprio dovere,
per fare solo ciò che era male ai miei occhi.
Verrò, verrò per ogni figlio della terra. Beato
colui che si è ben preparato a questo incontro; se crede che Io sia ancora
lontano e lo faccia sospirare a lungo, si ricreda, perché Io sono già giunto,
mi trovo alle sue spalle, pronto ad abbracciarlo, allorché si volta! Chi pensa
che possa continuare a fare a modo suo, ancora per molto, non s’illuda: sono
anche alle sue spalle ed attendo che si giri per guardare il mio volto, non
sorridente, non amoroso, non di Padre soddisfatto e benevolo. Ciò che dico sta
per accadere, sposa amata, sta per avvenire per ogni uomo della terra. Vedi,
amata, quali e quanti doni mi precedono? Sono preparati per tutti i figli,
proprio per tutti; ma gli indegni non avranno nulla! Gli altri ne riceveranno
il doppio o il triplo.
Sposa amata, vivi nella pace ogni istante di
vita, che ti dona il mio Amore. Lasciati andare a quest’onda, soave, che ti
conduce.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
25.02.98
La Mamma parla agli eletti
Figli cari, fate questi ultimi passi verso la
grande meta, procedendo con la gioia nel cuore, perché andate incontro al Re
che viene nella gloria. È bello, figli cari, incontrare il Re che viene per
darvi la grande felicità. È bello, figli, incontrare il Padre amoroso che viene
per dirigere, da vicino, la sua famiglia. È bello, figli cari, incontrare il
compagno, dolcissimo, che ha camminato vicino a voi, senza scoprire il suo
volto. La pace, che avete nel profondo, la gioia che è viva in voi, vengono da lui
sono il frutto del suo grande Amore, che vi dona gratuitamente.
Figli cari, è iniziato con oggi il tempo della
penitenza: vi è concesso ancora questo
momento di grazia. Prendetelo come ulteriore dono, che viene dato, da godere
pienamente. Ricorda i giorni di Gesù nel deserto, tentato dall’antico
avversario, che egli vinse, sempre.
Piccoli, figli cari, le tentazioni anche a voi
non mancheranno. Gesù le visse tutte; voi gli assomigliate, siete simili a lui,
per sua grazia. Non siate paurosi e titubanti, ma decisi contro il male, decisi
a vincerlo. Ogni uomo, che si sia affidato a Dio, è munito di armi potenti
contro il nemico, ha anche, però, la piena libertà di usarle o non servirsene.
Piccoli cari, siete i veri figli di Dio e avete
un Padre meraviglioso. Come tali, comportatevi, amati; come tali, combattete
serenamente la buona battaglia contro il nemico ed egli vi darà con le sue mani
il premio meritato.
Anche questo tempo di penitenza diverrà momento
di gioia e di pace per i figli docili ed obbedienti.
Vi chiederete, spesso: “È meglio obbedire
all’uomo o a Dio? È meglio scegliere il mondo o l’Altissimo?” Chi ama il mondo,
figli cari, rifiuta Dio; chi ama Dio rifiuta gli allettamenti del mondo, senza
provare fatica, senza fare alcun sacrificio.
Figli, quando uno si alza, dopo aver mangiato ad
un grande e splendido banchetto, non ha fame, non ha sete, perché si è saziato
di cibi succulenti, si è dissetato con ottimi vini; è talmente soddisfatto e
sazio che non vuole altro cibo, che gli viene offerto.
Figli cari, il mondo cercherà di porgervi il suo
nutrimento, fatto di vanità, di gloria umana, di nulla. Che fatica farete a
rinunciarvi, quando il vostro cuore è sazio di Dio, il cibo meraviglioso che vi
nutre ogni giorno?
Questa penitenza per voi sarà assai lieve.
Nessuno dovrà imporvela, perché voi stessi ve la siete imposta con gioia, con
tanta pace nel cuore: il sacrificio, affrontato per Gesù, diventa gioia, gioia
grande; non è più tale. Assai più difficile è affrontarlo per chi ha il cuore
attaccato alle cose vane, alle follie, che porge, oggi, il mondo; preferisce
costui la gioia di un attimo, la falsa gioia di un momento all’eterna felicità
che avrà, dopo qualche breve sospiro.
Figli, Io sono con voi ogni giorno e sarò con voi
ogni giorno, anche quando vi sembrerà di essere soli. Cari piccoli, la Mamma
del Cielo non si dimentica dei figli. Siatene certi. Chiamatemi nel pericolo,
chiamatemi ed attendete con fiducia, attendete con sicurezza e non dubitate,
piccoli miei, non dubitate mai. Gesù mi ha mandato a voi per sostenervi in
questi tempi, così difficili, per prepararvi al grande incontro con lui.
Io vi parlo ogni giorno, ma non tutti ascoltano
la mia parola; altri, che l’hanno ben ascoltata, non sono capaci di metterla in
pratica. Figli cari, siate buoni ascoltatori e buoni operatori nel bene. In
questi tempi le distrazioni sono molte; il nemico tenta e riesce, spesso,
vittorioso: si compiono grandi abomini che feriscono profondamente il Cuore di
Gesù Santissimo. Nessuno di voi si lasci minimamente influenzare. Siate attenti
all’insegnamento del Papa, da me guidato: le sue parole sono quelle di
Gesù. Vi chiedo preghiere e penitenza.
Siate tutti volti a fare ciò che a Gesù piace.
Vi
amo. Ti amo, figlia.
Maria
Santissima