Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

27.03.98

 

 

Eletti, amici cari, restate in me: il mio volto è amoroso per voi. Datemi consolazione e fate ciò che è bene ai miei occhi. Datemi consolazione almeno voi, perché il mondo non capisce e non cessa di offendermi, gravemente. Io vengo e porterò ovunque giustizia e pace. Io vengo. Io, Gesù, sto per ritornare, visibilmente, sulla terra per regnare come Re.

 

 

Sposa amata, il giorno del mio, grande, ritorno si avvicina sempre più; ma gli uomini non vedono i segni sempre più evidenti, che do, né ascoltano il mio messaggio che corre attraverso gli oceani.

L’Universo intero è preparato al grandioso evento. Esulta l’Universo, perché la mia mano lo rinnoverà e lo ricolmerà di nuove meraviglie; esulta, perché gli angeli hanno annunziato la splendida novella. Da un angolo all’altro della terra si ripete: “Torna il Signore, torna il Re dei re; torna per regnare sulla terra, torna con potenza e gloria. La terra freme di felicità e tutte le piccole creature sentono una gioia insolita, sentono una felicità arcana, a questo annuncio”.

Vengo per portare al mondo felicità e gioia. Vengo per portare al mondo le più grandi meraviglie, mai viste prima. Vengo per la gioia di tutti; ma non sono atteso dalle mie creature predilette. Ho aspettato, ho aspettato, ma ora più non attenderò!

Raccogliete, raccogliete, uomini della terra, raccogliete molto, perché fra poco non ci sarà più nulla da prendere. Il peccato cresce come una marea melmosa, cresce ed invade ogni angolo, cresce e soffoca tutto. Io, Io, Gesù, non posso posare il mio piede in tanto fango: prima che tutto accada, occorre che il fango sia scomparso, la terra ripulita ed il Cielo terso, come un cristallo.

Amata sposa, il gran cumulo di marciume sarà riassorbito, sparirà; la terra, per il suo grande peccato, sarà ridotta a desolazione. Il piccolo resto, spaurito e disorientato, si rifugerà negli antri; ma i miei angeli andranno e lo consoleranno, lo aiuteranno nel momento del massimo travaglio. Nessuno di quelli che mi ha donato il suo cuore perirà, nessuno, perché Io, Io, Gesù, lo proteggo, come si fa con un tesoro preziosissimo. Il gran peccato del mondo sarà espiato e la primavera Divina riderà ovunque.

Le mie parole ti fanno sempre tanto pensare: ti preoccupi per te e per quelli che a te si sono uniti, come una catena fatta da tanti anelli, tutti cari al tuo cuore. Sposa mia, a capo di questa catena benedetta ci sono Io, Io, Gesù. Io la dirigo. Io la guido. Io l’amo immensamente questa schiera di prescelti. Io la salverò nel momento del massimo travaglio, non permetterò che alcuno perisca di coloro che tanto mi hanno amato nel momento, doloroso, nel quale nessuno mi ha dimostrato amore.

Vivi serena, piccola, vivi serena vicino a coloro che hai preso per mano. Tutto accadrà; tutto ciò che ho preannunciato accadrà assai presto: il mondo avrà quello che ha cercato, quello che ha voluto e ognuno sarà servito, secondo la propria scelta fatta. Verrà un tempo ed è già qui, nel quale non potrete fare un passo indietro né uno avanti e dovrete restare lì, dove siete, senza nulla poter togliere e nulla poter aggiungere. Sarà il tempo più significativo della vostra esistenza.

Un contadino aveva lavorato molto durante la stagione propizia e con diligenza aveva curato le proprie piante. I suoi granai erano pieni e le sue botti traboccanti. L’uomo alzava la sua preghiera a me, Dio, dicendo: “Grazie, Signore, di quello che mi hai concesso di fare. Questo cibo sfamerà la mia famiglia fino al prossimo raccolto e ne avanzerà anche per i bisognosi che verranno nella mia dimora”. Venne una terribile bufera e portò via ogni cosa intorno, ma in quella casa, dove si pregava e si offriva a Dio, non ci fu nessuna sciagura.

L’uomo, finita la gran bufera, si affacciò alla porta e vide intorno un grande deserto: erano sparite le case, era scomparso ogni segno di vita. Capì che una forza arcana aveva fatto questo e si inginocchiò insieme alla sua famiglia, l’unica restata, e disse: “Signore nostro, abbi pietà di noi; siamo restati soli, come in un deserto! Abbiamo paura; non ci abbandonare, Altissimo Dio!” Egli sentì, allora, una voce dire: “È scomparso ciò che doveva scomparire; è restato ciò che doveva restare. Torna nella tua casa e guarda i tuoi magazzini pieni e le tue botti traboccanti: avrai cibo abbondante, avrai bevanda a sufficienza. Nutriti assieme ai tuoi cari ed attendi in pace la nuova stagione. Vedrai le più grandi meraviglie: il grano crescerà lì, dove non è stato seminato; la vite

darà frutto abbondante e gustoso, pur senza alcuna cura; gli alberi cresceranno intorno rapidamente ed ognuno ti porgerà il suo frutto delizioso. Dalla terra usciranno, spontaneamente, frutti prelibati e tu non dovrai più faticare per mangiare. Loderai e benedirai il mio nome ogni giorno, perché Io che ti parlo sono Dio, sono il Dio di sempre, che hai cercato ed al quale ti sei affidato.”

Un altro contadino aveva accumulato anche egli tanto cibo e tanta bevanda, ma diceva tra sé: “Sono stato veramente capace. Ho tanto cibo quanto mi basta per vivere come un gran signore. Vedrò gli altri nel bisogno e godrò, al pensiero che Io ho tutto in un momento, nel quale gli altri non posseggono niente. Essi mi invidieranno ed io, invece, gioirò.”

Ecco la grande bufera: il disgraziato, sconvolto e disperato, vede che tutto gli è stato distrutto e nulla è rimasto di quello che aveva accumulato, senza volgere mai lo sguardo a Dio ed al prossimo. Che farà, sposa mia, il misero, privo di ogni cosa? Che farà colui che aveva contato solo su sé stesso e sui propri beni, allorché sarà privato del suo possesso?

Sposa cara, solo chi con me ha seminato con me raccoglierà; solo chi con me ha cooperato con me godrà il risultato della sua fatica. Lo sappia bene questo il mondo che si prepara a fare un lungo cammino senza di me. Ogni costruzione cresce ben ordinata, se Io opero in essa: quando l’uomo mi chiede aiuto, Io lavoro con lui. Quando l’uomo mi esclude, Io non intervengo a forza, lascio che faccia da solo; ma, alla conclusione, si accorgerà che la sua fatica è stata inutile. Chi semina con me, mia cara, raccoglie e raccoglie con abbondanza; chi, però, vuole seminare senza di me, escludendomi dalla sua vita, non raccoglie niente, disperde. Questo è il gran momento della verifica finale: ognuno si prepari.

Sposa amata, resta serena nel mio Cuore ardente e non ti preoccupare di nulla.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

27.03.98

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli miei, pensate all’Amore di Gesù per voi, pensate al folle Amore che ha per ciascuno di voi. Pensate a questo ogni volta che soffrite, pensate a questo, quando la sofferenza è grande e la sopportazione è sempre più debole. Quanto ha penato Gesù per voi, quale tormento ha affrontato per salvarvi, per farvi un giorno felici!

Guardatevi intorno, osservate la vita di molti: quanti in questa Quaresima si ricordano di Gesù? Quanti meditano sulla sua Croce, pesantissima, portata per Amore? Con tristezza dovete constatare che il mondo si sta dimenticando di lui, il mondo si sta allontanando sempre più da lui.

Nel momento in cui potrebbe avere tutto, esso, di sua scelta, si priva di tutto, rinuncia ai beni eterni per un pugno di polvere. Il mio Cuore è assai sofferente, per questa situazione, piange per i figli che vanno verso la perdizione e non sanno cambiare rotta.

Figli, tanto amati, pregate con me! Unite le vostre preghiere alle mie, unite al mio Cuore il vostro cuore: imploriamo lo Spirito Santo che cambi in calore il gelo, tremendo, di molte anime. Sì, figli cari: ho bisogno delle vostre preghiere, ho bisogno delle preghiere fervide delle anime belle che si sono offerte a Dio.

Figli cari, figli amati, figli devoti, insieme, insieme, salveremo il mondo dalla rovina! Il travaglio è grande e il dolore aumenterà ancora, ma alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Ecco ciò che dissi a Lucia nelle apparizioni di Fatima: il mio Cuore Immacolato, alla fine, trionferà.

Unitevi a me, figli cari, unitevi a me nella preghiera quotidiana e siate ferventi e perseveranti. Se vi guardate intorno, pare che nulla stia mutando, pare che nulla possa mutare; ma non è così: lo Spirito Santo sta lavorando nei cuori, sta facendo meraviglie che ancora restano nascoste, ma che verranno alla luce quanto prima. Vedrete le meraviglie di Dio compiersi, palesemente, e ne sarete felici. Ancora poco, figli cari, ancora poco dovrete soffrire e patire: già la grande luce della nuova era felice si può vedere. Aprite bene gli occhi del cuore: vedrete che luce meravigliosa che è sorta! Figli cari, non è questa un’alba qualunque, non è questa un’alba come le altre: la luce è speciale, è luce di un sole che non tramonterà, che splenderà per i giusti, eternamente.

State lontano dal male, tenetevi lontani da ogni azione di male, anche la minima; offrite a Gesù ogni istante di vita, offrite a Gesù ogni attimo della vostra esistenza. Vivete per lui, per lui, figli amati, per farlo sempre felice!

Come si fa a renderlo felice? Occorre compiere la sua volontà e non la vostra volontà. L’uomo è debole, la natura umana è assai fragile: non cerca il bene, ma è portata a compiere il male. Voi dovete vincere la vostra natura con la grazia, con la forza, che Dio vi offre. Questa forza vi viene dai Sacramenti, questa forza vi viene da Dio. Accostatevi spesso, molto spesso ai Sacramenti e implorate le grazie necessarie al proseguo del cammino.

Figli, Gesù è davanti a me. Il suo mantello candido lo avvolge; guarda il mondo, il suo volto è molto triste, ma s’illumina di luce splendida, quando il suo sguardo si posa sui figli fedeli, su coloro che camminano sulla strada che porta a lui. Vede i suoi amati affaticati e stanchi, spossati e dolenti: corrono verso di lui, volano verso di lui; non sentono più il dolore delle spine, che il nemico lascia cadere sulla loro strada. I piedi sono sanguinanti e dolenti, ma essi corrono, corrono e non vogliono fermarsi neppure un attimo: è troppo grande il desiderio di lui, d’incontrarlo, di abbracciarlo, di gettarsi tra le sue braccia amorose.

Sorride il dolce, mio, Figlio, sorride e benedice; mi dice: “Madre cara, ancora poco, poco tempo ed ogni sofferenza, per me patita, si trasformerà in gioia.”

Proseguite, figli cari. Io sono con voi.

 

                                                                                              Maria Santissima