Opera scritta dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

08.04.98

 

 

Eletti, amici cari, gioite nel mio Cuore, godete le delizie che vi porgo: ogni giorno ne aggiungo di nuove perché la vostra gioia perduri. Non è questo tempo di tormento e di angoscia, è tempo di felicità, di doni meravigliosi, quali mai l’Umanità ha avuto. Abbiate fiducia in me e la vostra gioia non avrà fine, la vostra pace continuerà per sempre.

 

 

Sposa amata, pace voglio donare al mondo. Diletta, gioia voglio offrire alle mie creature predilette. Vengo di nuovo sulla terra ma non per distruggerla, come tanti osano dire, come tanti osano pensare; vengo sulla terra per ricolmarla dei più splendidi doni, quelli che non ebbe nemmeno all’inizio della creazione. Vengo sulla terra per renderla felice, vengo per regnare su di essa come il più grande re, come il più potente sovrano.

Chi teme la mia venuta, chi ha paura di me assomiglia a quel figlio, disobbediente, che aveva trasgredito tutti gli ordini del padre ed era angosciato, al pensiero del suo ritorno, perché la sua condotta era stata indegna. Costui diceva ai fratelli: “Il padre non verrà più; egli ha molti affari da sbrigare, molte cose da fare.” I messaggeri continuavano ad annunciare il suo ritorno, ma egli insisteva, non tanto perché fosse convinto del suo pensiero, ma perché si sforzava di respingere l’idea di un ritorno che per lui sarebbe stato gravoso.

Tornò il padre, tornò, pieno di doni, tornò, pieno di ogni bene da distribuire alla sua famiglia tanto amata; ma che poté dare al figlio ribelle, che poté dare a quello disobbediente e stolto?

Nessun dono riceve chi non vuole fare il suo dovere; nessun dono, sposa cara, può ricevere un ribelle che vive nell’ozio e nella crapula. Ecco il padre distribuire con larghezza; con grande generosità i suoi doni. Tutti i figli sono esultanti di gioia, pieni di allegrezza, ma alcuni si nascondono, non osano avvicinarsi, perché sanno di essere indegni. La grande gioia non li toccherà; piangenti, se ne andranno da quella casa splendida, non per essere stati scacciati, ma per aver scelto essi stessi questa conclusione.

In questo momento si sta ultimando la scelta: ognuno, col suo comportamento, si prepara ciò che avrà. Ogni giorno, sposa cara, è un giorno in meno: il mio ritorno è assai vicino. Esultino i cuori dei giusti, esultino i figli diletti, esultino i miei adoratori: dopo la croce, ci sarà la grande gioia, dopo la croce, la grande felicità, dopo la croce, la resurrezione, dopo la croce, la gloria accanto a me, vittorioso e glorioso!

Questo è il momento della più grande gioia per chi gioia ha voluto, per chi gioia ha scelto; ma è anche il momento della resa dei conti per chi si è comportato stoltamente. L’appello è individuale, è personale: ognuno viene chiamato per nome, ogni uomo davanti a me è unico ed irripetibile, ogni uomo risponde per se stesso, per le sue, proprie, azioni.

Sposa amata, invito il mondo a riflettere su questo: ogni uomo usi l’intelletto per comprendere, bene, le mie parole. Desidero che il peccatore cambi vita, desidero che il lontano corra verso casa, senza indugio, implori aiuto per riuscire ad arrivare in tempo. Desidero la salvezza di ogni uomo; ma nulla posso fare per chi continua a rifiutarla.

Sposa amata, presto sarà ultimata la preparazione. Seguirà, quindi, l’esame individuale e collettivo: prima individuale, poi, collettivo per ogni popolo e nazione. Ho grandi progetti per mutare la faccia della terra, ho grandi progetti per ogni uomo. Chi spera in me, chi si rifugia in me, chi si volge a me non sarà mai deluso.

Sposa cara, se capissero il peccatore, il lontano, il bestemmiatore quanto immenso è l’Amore, che porto loro, quanto il mio Cuore desideri salvarli! Se lo capissero, se arrivassero a comprenderlo, ti dico che desisterebbero subito dalla loro, pessima, condotta. Usino in questo tempo, breve, d’attesa, usino tutte le loro energie non per procacciarsi beni, piaceri, cose inutili e nocive. Usino l’intelletto per capire quello che Io, Io, Gesù, voglio da loro. È inutile unire ricchezza a ricchezza: questo è tempo di cercare i beni duraturi e staccare il cuore da quelli vani. Nessuno, che abbia accumulato ricchezza terrena, se la godrà, perché Io, Io, Dio, sto per imporre alla storia una svolta definitiva. Vi ho parlato un giorno di anno zero: un’era si conclude per lasciare il posto ad un’altra, tutta nuova, tutta speciale, era felice per un mondo felice, era di pace universale per un’Umanità divenuta docile ed obbediente al mio volere.

Sposa cara, ripetilo, non stancarti di ripeterlo: gli indocili non entreranno, i ribelli non potranno godere le delizie del mio Amore, i doni, infiniti, della mia tenerezza paterna. Soli e tristi, se ne andranno e nessuno ascolterà la loro protesta, nessuno asciugherà le loro lacrime! Le porte del nuovo regno sono spalancate; i miei angeli sorvegliano, però, l’entrata: nessun indegno è ammesso.

Ripeti al mondo che Io, Io, Gesù, sono l’Amore, sono l’Amore che ha progetti di pace e felicità per ogni uomo. Non desidero la rovina del peccatore, ma che egli torni a me e viva, che gioisca, desidero che esca dal suo fango per volare verso le vette più alte.

Un nuovo, grande, giorno sorge: per molti sarà una nuova possibilità di ritorno; per altri sarà una chiamata, improrogabile. Sia pronto il mondo, sia pronto ogni uomo! Chi mi ha obbedito, chi mi ha seguito gioisca ed esulti: la sua liberazione è vicina!

                                                                                  Ti amo, sposa cara. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

08.04.98

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Figli cari, figli, miei, amati, siate nella gioia, siate nella pace. Il male è grande nel mondo, il male è un oceano sconfinato! Tutto deve scomparire, tutto deve essere lavato: la terra deve divenire tersa e candida, profumata, come un magnifico giglio.

Figli miei, capite il profondo senso delle mie parole; capitelo, miei diletti. Pensate ad un abito molto sudicio: quanto occorre per riportarlo lindo e perfetto? Ci vuole fatica, molta fatica, ci vuole un lavoro profondo, attento, accurato. Ecco, la terra è come un abito, assai sporco in ogni sua parte; ma Gesù vuole che divenga una veste candida, pura, immacolata, perché su questa vuole imprimere, profondamente, il suo segno di vittoria.

L’operazione è iniziata; ogni angolo deve essere purificato, ogni angolo pulito, bene e a fondo. Non vi preoccupate di come agirà Gesù, come procederà: non seguirà certo la vostra logica, figli amati, ma la sua logica, Divina. Ogni macchia sarà tolta e ogni parte restaurata. Ad opera compiuta, la creazione sarà più splendida di quanto non fosse all’inizio: più splendida che mai sarà.

Si preparano giorni particolari e tutto avverrà con molta rapidità: sarà un nuovo diluvio di fatti ed avvenimenti che disorienterà molti. Per voi non ci sia smarrimento, per voi non ci sia timore di alcun genere: sapete, sapete che tutto deve accadere, subito, e continueranno i fatti, fino a quando l’operazione non sia giunta a termine. Nutritevi bene in questo tempo, figli cari, nutritevi bene, come farebbe chi sa che va incontro ad una grande carestia. Il pane che vi deve nutrire è il corpo santissimo di Gesù, preso con amore, preso con immenso amore. Esso vi renderà forti, resistenti, capaci di sopportare ogni difficoltà.

Figli cari, chi non è ben nutrito, in tempo di scarso cibo s’indebolisce sempre più e non riesce a resistere fino alla fine; chi, invece, è forte si accontenta di quel poco che può ricevere e gli basta, perché l’organismo è già robusto e gli basta assai poco per mantenersi in salute.

Amati figli, ascoltate bene le mie parole e non fatene cadere alcuna. L’albero, grande e ben radicato, riesce a resistere all’imperversare del fortissimo vento, piega i suoi rami flessibili, ma nessuno di essi si spezza e la pianta resiste. Non così avviene per l’arboscello, non così avviene per la fragile pianta che al primo soffio si piega, si spezza e cade.

Miei cari, vi ho parlato di un fortissimo vento, vi ho parlato di un forte uragano che deve venire e che in parte è già incominciato. Siate forti, coraggiosi e decisi. Non tremate, come foglie deboli, perché non siete foglie; non tremate, come rami fragili, perché non siete rami; non tremate, come arboscelli delicati e deboli, perché non siete più arboscelli. Gesù vi ha reso querce maestose, querce che allungano nel Cielo i rami robusti, querce saldissime, nelle quali circola la linfa Santissima di Gesù. Quando i fatti vi metteranno un po’ di paura, pensate, pensate a queste mie parole e siate di sostegno anche alle altre pianticelle che avete intorno. Lasciate che esse si appoggino a voi. Lasciate che i loro rami si nascondano nei vostri rami. Lasciate che le loro radici, fragili, trovino sostegno nelle vostre, profonde e robuste. Lasciate che la linfa che è in voi circoli anche in loro: voi vi salverete ed essi, per mezzo vostro, si salveranno.

Figli, vi amo. Il mio Cuore è per voi e vi guido, vi proteggo, vi accarezzo, come la più tenera delle madri. Siate nella gioia. Vi amo. Ti amo, figlia.

 

                                                                                              Maria Santissima