Opera scritta
dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
21.04.98
Eletti, figli cari, oggi vi parlo da
Padre. Vi parlo da Padre amoroso che vuole stringervi al petto; vi parlo con
tenerezza perché il vostro cuore sia pieno di gioia e pace.
Sposa cara, metti nel
mio Cuore amoroso ogni affanno, metti nel mio Cuore, pieno di tenerezza, ogni
tuo problema, metti nel mio Cuore amoroso ogni tua ansia. Invita i fratelli a
fare altrettanto.
Io voglio che ogni
inquietudine divenga letizia, voglio che ogni tormento divenga gioia, voglio
vedere sorridere i miei amati, non gemere di dolore.
Questo è il momento;
è giunto il grande momento per tutti del completo abbandono a me. Sì, diletta
sposa: è giunto il tempo dell’abbandono, senza dubbi, dell’abbandono, totale,
alla mia volontà. Le angosce che il mondo ha dato, le angosce, che il mondo
procura, sono senza numero; vedo le mie creature turbate, tristi, disperate e
smarrite. Ebbene, sposa cara, vieni con me: ti mostro la scena del mondo, vista
dalla mia angolatura. Vieni sulle mie ali, sposa mia. Vieni con me. Vedi la
terra, nel suo insieme, vedi i continenti, i mari, gli oceani: ogni particolare
della sua conformazione è davanti al tuo sguardo.
Tutto ciò che vedi,
sposa amata, tutto ciò che ti mostro, mia diletta, l’ha creato la mia mano.
Guarda che ordine, guarda che armonia: ogni cosa sta al suo posto! Le acque del
mare circondano le terre emerse e su di esse ferve la vita, su di esse vivono
le mie, amate, creature. Tutte, sposa cara, sono amate da me; quelle nobili e
quelle umili, tutte sono amate da me, immensamente.
Pensi che il piccolo
uccello sul ramo di quell’albero sia scordato dal suo Creatore? No, sposa cara:
esso è amato, curato, pensato. Credi che il minuscolo pesciolino, che si trova
nel fondo dell’oceano, sia scordato dal suo Creatore? No, amata sposa: esso è
curato, seguito, amato. Tutto ho creato Io, Io, Dio, tutto ciò che c’è
nell’Universo, e tutto sostengo col mio Amore, in ogni istante.
Guarda con
attenzione la bella scena, che ti mostro dall’alto: guarda le montagne, le
catene scure di monti che attraversano la terra, vedi poi la zona collinare, le
verdi pianure, i fiumi, ricchi di acque. Guarda quanti animali si muovono su
queste terre e quanti pesci di ogni specie sono nei grandi mari. Ovunque c’è
vita, ovunque c’è l’opera del mio Amore. La mia creazione, sposa mia, è buona.
Tutto è buono ciò che Io, Io, Dio, ho creato.
Guarda ora, per un
attimo, questa scena: le acque che circondano le terre si gonfiano, salgono,
salgono e i continenti non si vedono più, si vede solo l’azzurro delle acque,
si vede solo l’immensità dell’oceano: più nulla! Non ti spaventare, amata
sposa, non ti spaventare: sei col tuo Signore, sei sulle ali possenti del tuo
Dio. Vedi cosa potrebbe accadere, se volessi? Sparirebbe ogni terra,
inghiottita dalla massa, spaventosa, delle acque dell’oceano. Basterebbe un mio
cenno: tutto scomparirebbe!
Gli uomini, che si
credono i signori del mondo, i padroni della terra, sono quei piccolissimi
puntini, che ora ti mostro: granelli di sabbia, quasi invisibili. Vorrei che
ognuno di loro potesse capire quanto è minuscola la sua presenza. Io, Io, Dio,
abbraccio ogni cosa con la mia maestà, l’abbraccio e la domino. L’uomo, così
piccolo, così povero, ha preparato, ha osato preparare delle armi micidiali,
servendosi delle cose da me create, delle armi terribili che potrebbero, in
poco, distruggere quello che Io, Io, Dio, ho fatto. Ecco la gratitudine delle
mie creature predilette! Ecco l’uso che hanno fatto dell’intelletto, dei
talenti, che Io ho fornito loro!
Sposa, mia, amata,
poche menti, deviate e folli, potrebbero anche fare questo; l’avrebbero potuto
fare nel passato, potrebbero farlo nel presente, potrebbero anche riuscirvi nel
futuro. Perché, perché solo in minima parte ci sono riusciti? Perché? Te lo sei
chiesto, amata? Non è stato certamente il caso, non certo la buona volontà di
alcuni; Io, Io, Dio, l’ho impedito.
La creazione mi
appartiene, la creazione è opera mia e nessuna mano umana la distruggerà!
Con Amore l’ho
creata, con Amore la sostengo. Ora voglio che ti avvicini per vedere la vita
nei vari continenti: vedi grandi città e piccoli villaggi, vedi case lussuose e
povere capanne, vedi luoghi solcati da strade modernissime ed altri
impraticabili. Ferve la vita sulla terra, ferve; guarda come gli uomini si
dánno da fare. Amata, quello che accade è da me permesso ma, come puoi notare,
le disuguaglianze sono enormi: vedi uomini che vivono nel più grande agio, nel
lusso e nel superfluo; vedi, invece, altri che languono, per la miseria e la
fame.
Amata, osserva bene
la nuova scena che ti mostro: tutto in questa, nuova, realtà è mutato. Non ci sono
più vistosi palazzi e non lontano misere catapecchie; vi sono case armoniose,
case, graziose e confortevoli, con giardini fioriti, alberi di ogni specie ed
animali che vivono felici.
Vieni nei vari
continenti, non solo in quelli dove la vita è già evoluta, vieni anche lì, dove
hai visto poco fa, nella scena precedente, miseria e povertà: guarda se del
passato c’è più traccia!
Ovunque le case sono
confortevoli, circondate da belle distese, verdeggianti, dove i bimbi giocano
felici, insieme, guardati da madri che sorridono e cantano.
Vedo il tuo sguardo
interrogativo; ti chiedi: “Come è accaduto tutto ciò? Come, improvvisamente, è
accaduto tutto questo? Per secoli e millenni, vicino a palazzi ricchi ci sono
state le dimore povere dei diseredati; ora, invece, esse sono scomparse, così,
come sono scomparsi anche i lussuosi palazzi! Vedo belle casette, tutte simili;
vedo gente, felice e lieta, che canta e si saluta con grande cordialità.”
Sposa cara, Io, Io,
Gesù, sto per compiere questo, grande, miracolo sulla terra. Vengo perché la
terra sia uno stupendo giardino fiorito ed i suoi abitanti possano vivere nel
benessere e nella pace. Parla ai fratelli con gioia di ciò che ti ho mostrato
ed aggiungi che questo miracolo sta per accadere in ogni parte del mondo, per
mia opera e con l’aiuto dei fedeli, cooperatori, che mi sono scelto.
Vivi in me. Offrimi
ogni istante di vita.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera scritta
dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
21.04.98
La Mamma parla
agli eletti
Figli cari, amati
figli, Gesù vi dona un altro, grande, giorno; vivetelo secondo la sua volontà.
Mentre leggete questo,
mio, messaggio, avete la facoltà d’intendere, di capire, di assimilare.
Figli cari, questo
dono è assai grande, è un talento di massimo valore che deve essere ben
utilizzato.
Cari figli, non
basta leggere i messaggi, non basta gustarne la dolcezza; occorre trasformarli,
subito, in vita vissuta, occorre metterli, subito, in pratica, ogni giorno.
Un dono è proficuo,
se viene adeguatamente utilizzato, se viene fatto fruttare.
Figli cari, a che
serve una buona macchina agricola, se rimane a riposare in mezzo al campo?
Certo, a nulla
serve, è proprio inutile tenerla.
Ebbene, figli cari,
voi siete come degli agricoltori: avete un vostro campo da coltivare; dovete
farlo fruttare assai presto, perché torna il Padrone che ve l’ha affidato e
vuole vedere ciò che siete stati capaci di ricavare. Datevi, quindi, da fare e
non perdete neppure un solo attimo.
Quando vedrete una
nuvola bianca comparire all’orizzonte e farsi sempre più grande e luminosa,
quando il Cielo diverrà tutto splendore, allora, allora nulla potrete più
aggiungere né alcunché togliere: resterà quello che avete fatto!
Pensate a coloro che
in quell’attimo si rendono conto, pienamente, del male compiuto, del bene
omesso, della superficialità della propria vita vissuta: rivedranno le mille
occasioni, concesse e mai utilizzate, vedranno ciò che dovevano fare e ciò che
non hanno fatto; subito capiranno che ormai non è possibile riparare alle
negligenze né togliere gli errori e le negatività.
Figli, quale
avvilimento allora, quale disperazione vedere il Signore della storia, il
Signore, grande e potente, venire e non poter correre a lui, perché pieni di
enormi macchie, senza l’abito adatto alla circostanza! Non accada questo a
nessuno di voi, non accada questo a nessuno, figli amati!
In questo tempo si
fanno le prime Comunioni. Guardate i bambini che si accostano all’altare nella
vostra città e guardate com’è curato l’abito, candido, nelle bimbe. Ogni
particolare è ben preparato. Si accostano le belle creature a prendere nel loro
essere Gesù per la prima volta! Ebbene, voi, voi, di tutte le età, dovete
essere come quei bimbetti: vestiti di candore e di purezza. Solo in tal modo,
pieni di emozione, potete andare incontro a Gesù che viene, che viene sulla
terra per abbracciare le sue creature e riempirle di doni.
Chi oserebbe
accostarsi all’altare per la prima Comunione con un abito strappato, lacero, in
disordine? Certo, costui resterebbe ben lontano e non avrebbe il coraggio di
presentarsi tra gli altri. Ebbene, figli cari, alcuni di voi sono già pronti,
adorni: Io controllo che tutto sia in ordine. Gioisco nel vedere l’armonia
dell’insieme. Volgo lo sguardo più in là e vedo altri figli con abiti laceri e
sporchi, completamente impreparati ad accogliere l’ospite, meraviglioso e
santo, il Re dei re.
Il mio Cuore si
riempie di grande pena; dico: che faranno ora questi miseri? Certo il Re non li
può accettare in queste condizioni! Figli cari, avete ben compreso che alludo
alla situazione spirituale, alla situazione di grave peccato, nella quale molti
figli si sono radicati.
Chiamo ancora questi
miseri e li supplico di lasciarsi preparare da me, di seguire le mie
indicazioni per non farsi sorprendere così. Chiamo e parlo; questi, però, non
rispondono, non ascoltano!
Siate ben pronti,
figli amati. Siate pronti ad affrontare quello che sta per accadere!
Accogliete Gesù con
l’abito bianco della prima Comunione e con il giglio in mano.
Vi
amo. Ti amo, figlia amata.
Maria
Santissima