Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
04.06.98
Eletti, amici cari, vengo per la vostra gioia, vengo per la vostra
liberazione. Il mondo vi ha avvinto con molte catene; vengo per spezzarle
tutte, vengo perché siate liberi, liberi, veramente liberi. Vengo; attendetemi:
questo è il tempo, questo è il momento! La storia subirà una svolta, profonda:
la storia umana è al suo culmine e ora diverrà storia Divina e umana.
Sposa amata, sono entrato nella storia umana in punta di piedi. Sono entrato nella storia umana come piccolo bimbo, ignorato dal mondo. Nel nascondimento sono vissuto, nel nascondimento per molti anni. La mia missione sociale si svolse solo negli ultimi anni di vita sulla terra; palesai la verità, palesai il mio piano di salvezza universale, istruii gli uomini e lasciai a loro il compito di diffondere la mia parola. Tutta la terra doveva essere redenta, tutta conoscere la Buona Novella: la salvezza, sposa cara, è per ogni uomo, la salvezza è per tutti.
I miei primi discepoli operarono attivamente; ad essi se ne aggiunsero altri ed altri ancora, fino a giungere ai vostri tempi. Dopo tanti secoli, il seme che Io, Io, Gesù, ho gettato avrebbe dovuto essere ormai maturo, avrebbe dovuto essere ben maturo! Io, come padrone della vigna, sto venendo a raccoglierne i grappoli maturi; ma quanti ne sono rimasti? Guardo la mia vigna e la vedo spoglia; guardo bene la mia vigna e penso all’accurato lavoro che ho fatto in essa. Non l’ho certo abbandonata a se stessa; l’ho curata con Amore, l’ho potata con regolarità: sposa amata, questa, mia, vigna dovrebbe darmi frutti stupendi, perché ad essa nulla ho fatto mancare.
Vedo, invece, una grande rovina; di frutta ce n’è poca, i grappoli maturi, pronti da cogliere, sono pochi, pochissimi! La mia vigna ha subíto un grande danno da un nemico veramente tremendo. Vedo grappoli strappati e gettati per terra, poi calpestati e distrutti. Ne vedo altri ancora sulla vite, ma secchi, come se il nutrimento ad essi non fosse arrivato; vedo altri acerbi, mentre dovrebbero essere, ormai, maturi al punto giusto!
Sposa mia, vedo questa grande rovina e penso all’attenta cura che ho prestato a questa, mia, vigna: com’è possibile che in tempo di raccolta non debba trovare che qualche grappolo maturo al punto giusto, pronto per essere colto? Che dolore prova, sposa cara, il mio Cuore, che atroce dolore!
Lì, dove doveva esserci pieno rigoglio, ci sono desolazione e rovina! I miei vignaioli, coloro che ho messo a sorvegliare e curare i miei interessi, dove sono finiti? Li vedo distratti ed occupati in faccende che li portano lontani dal compito loro assegnato. Che fare di questi che hanno abbandonato il posto di lavoro per cercare svago e piaceri vani?
Questo è il tempo del mio ritorno sulla terra. Torno, certo, sposa mia, non più, però, nel nascondimento; torno, non più come piccolo bimbo tra le braccia di una Madre che vive nel nascondimento, non più in tal modo vengo nel mondo. La mia venuta questa volta sarà assai differente, assai differente, sposa cara: vengo come Re di tutte le genti, vengo a prendermi personalmente cura dei miei interessi, vengo a prendere in mano le redini della mia azienda, ad alzarne le sorti.
Dei miei servi quanti sono rimasti al loro posto? Quanti? Vedo il tuo viso triste e preoccupato, guardandoti intorno: la risposta è facile da dare, ma assai dolorosa da pronunciare! Pochi servi sono al loro posto, pochi al lavoro. Costoro guardano, tristemente, lo scempio che c’è intorno e sono perplessi, perché non sanno che fare, non sanno come riparare: un astuto nemico ha lavorato nel buio, un astuto nemico ha portato avanti tanta distruzione, senza che questo potesse essere evitato, e ora la riparazione è impossibile a mano d’uomo. I servi, infatti, i servi, fedeli, si guardano sbigottiti e perplessi, si guardano e dicono: “Deve venire il padrone, deve tornare il padrone; solo così tutto tornerà a posto, solo così ogni cosa sarà sistemata. Noi non sappiamo da che parte cominciare; siamo pochi e nessuno ci tiene in considerazione alcuna, nessuno ci aiuta, nessuno ascolta le nostre parole.” Questo dicono, sposa cara, i miei servi fedeli ed hanno il volto preoccupato ed assorto. Ebbene, a questi servi dico: non rattristatevi, per il grande danno che constatate nella mia vigna santa, non rattristatevi per questo e non datevi pensiero: Io, Io, Gesù, sono il padrone, Io, Io, Gesù, provvederò ad essa; l’ho piantata con immenso Amore, l’ho curata con immenso Amore, l’ho protetta con immenso Amore ed ora la soccorrerò con immenso Amore. Certo, i grappoli maturi saranno colti tutti, essi faranno un vino nuovo speciale, specialissimo, chi ne berrà resterà inebriato e soddisfatto. Mi prenderò cura, però, anche del resto della vigna; certo, non lascerò che il nemico compia l’opera che ha in mente di concludere. Strapperò il suo potere e lo renderò incapace di apportare altra rovina. Io, Io stesso opererò per portare avanti l’opera iniziata. Io poterò ancora la mia vigna, la proteggerò con un recinto molto alto, nessun nemico potrà avvicinarsi, nessun nemico nuocerle. Sposa amata, dillo, dillo al mondo, dillo ai servi che si sono scoraggiati, dì così: “Gesù, il Signore del mondo, l’unico Signore del mondo, sta per venire! Viene a mettere ordine ovunque ci sia disordine. Viene a cambiare le cose. Non tema il servo fedele, avrà guida e direzione per operare, senza vedere nemici intorno”. Sì, sposa amata, i miei servi fedeli non dovranno più vedere lupi, feroci, appostati per impedire il loro lavoro. Io, Io, Gesù, li scaccerò tutti e permetterò ai miei servi, amati, di operare senza disturbo. State nella gioia, state nella pace, perché il mondo cambierà volto, presto; Io sto venendo, palesemente, sto venendo, trionfante e vittorioso, nella gloria dei miei angeli e dei miei santi.
Amata, vivi nella gioia anche questa nuova grande giornata che il mio Amore ti dona, vivi serena e opera secondo la mia volontà. Tutto mi hai dato, tutto mi stai offrendo, tutto avrai da me, piccola mia. Nessuno, che si sia donato a me, nessuno, che mi abbia servito con umiltà e dedizione, completa, resterà deluso.
Ti amo. Vi amo.
Gesù
Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
04.06.98
La Mamma parla agli eletti
Figli amati, figli cari, siate nella gioia, siate nella pace in questo tempo senza gioia, in questo tempo senza pace. Figli cari, le grazie, che ricevete, vi dànno la forza per sostenere il presente travaglio e vi preparano a sopportare le difficoltà della vita. Molte grazie, che ricevete, voi non le capite bene; ma verrà il momento in cui tutto vi sarà chiaro.
Cogliete ogni giorno i doni che Gesù vi porge; non dite: “Ho avuto questo, ho avuto quello così, per caso, così, perché me lo merito”. Non dite mai così: Gesù è Amore, è bontà, è bontà sconfinata; egli dona a chi merita, a chi non merita, dona, perché l’Amore non fa che elargire doni agli amati.
Parlavo di questo grande tempo di grazia, che deve essere apprezzato e capito. Lo sapete che non durerà per sempre; chi non lo sa cogliere ora lo rimpiangerà dopo, lo cercherà e si pentirà, si pentirà, figli cari, di non aver colto il momento favorevole, il momento della grazia.
I miei figli a tutto fanno l’abitudine; pensano che il favore e la grazia non debbano mai cessare: prima accolgono con entusiasmo, poi, lo ritengono un diritto, un premio dovuto. Cari piccoli, non dovete abituarvi a ricevere continuamente, senza dare mai nulla! Gesù chiede poco, assai poco in confronto al molto che vuole offrire, chiede poco, assai poco; ma occorre capire, anche col tempo, capire, riconoscere la generosità, la bontà e occorre ringraziare, ricambiare, operare secondo la volontà Divina.
In questi anni avete ricevuto immense grazie; molte, però, non sono state capite, molte restano non utilizzate, perché non si vuole fare il minimo sacrificio per Gesù, non si vuole rinunciare a nulla, proprio a nulla per lui che invece merita tutto.
Figli cari, v’invito oggi a capire i doni che vi vengono elargiti, v’invito a capirli ed avere gratitudine per essi; dite ogni giorno con umiltà: “Grazie, grazie, Gesù, delle grazie che mi concedi. Voglio darti gioia col mio comportamento. Voglio fare tante offerte d’amore a te, dolcezza infinita, che sei bontà, bontà, solo bontà e Amore”.
V’invito ad offrire ogni giorno piccoli sacrifici, volontari. Porgete, porgete a Gesù il vostro poco ed egli vi sorriderà; voi sarete felici e la vita diverrà un incanto!
Piccoli, vi raccomando di accostarvi spesso al Sacramento della riconciliazione, vi raccomando di farlo con molta frequenza ed umiltà.
Voi dite: “Madre dolce, non vogliamo stancare troppo il ministro di Dio. Forse, gli veniamo a noia”. Non preoccupatevi di questo: un santo ministro non sente mai una simile noia. Siate sinceri, siate sinceri e succinti nell’esporre le vostre mancanze. Non dilungatevi per il gusto di parlare, ma chiedete consiglio, se siete nel dubbio; poi, ritiratevi in disparte e meditate il comportamento da tenere.
Vi raccomando ogni giorno la S. Eucarestia: da Gesù avrete ogni giorno forza e vigore per affrontare la vita, così, come si svolge giornalmente. Chi prende, degnamente, il corpo di Gesù vola come aquila e rafforza sempre più le sue ali, fino ad essere pronto ad affrontare il volo, sublime, incontro a Gesù che viene. Figli, nutritevi col corpo Santissimo, nutritevi col meraviglioso corpo, vivo e vero, di Gesù! Egli vi fa ogni giorno questo stupendo dono; non lasciate passare giorno senza di esso!
Figli, siate fedeli, fedeli e perseveranti nel bene.
Vi amo. Ti amo.
Gesù
e Maria Santissima