Opera scritta dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

14.07.98

 

 

Eletti, amici cari, siate in me; Io sarò in voi e la felicità sarà il mio dono, la pace non avrà fine. In me troverete tutto, in me non manca nulla. Cercate me, uomini del mondo, cercate me nel cuore e mi troverete: Io, Io, Gesù, mi faccio trovare da ogni uomo che mi cerchi, da ogni uomo che aneli a me.

 

 

Sposa amata, Io, Io, Gesù, mi sono immolato per ogni uomo. Io voglio regnare su tutti gli uomini.

Mi sono scelto un popolo, al quale ho affidato un grande compito: portare il mio nome ad ogni creatura della terra. Ogni creatura prediletta mi deve conoscere, deve sapere che Io, Io sono il Salvatore non solo dei cristiani, ma di ogni uomo che vive sulla terra.

Amata sposa, le varie religioni sono una base, sulla quale deve crescere la vera costruzione e tutte, al momento giusto, devono convergere in un’unica costruzione, la mia, che abbraccerà i popoli di tutta la terra. Amata, chi porterà con me avanti questo, sublime, compito di convertire tutta la terra? Amata, questo compito, come sai, l’ho affidato ai miei apostoli, l’ho affidato ai miei discepoli, allorché dissi: andate per tutta la terra ad annunciare la Buona Novella. Andate e portate ad ogni uomo il mio Vangelo, la mia parola; chi crederà sarà salvato, chi non crederà sarà condannato!

Amata sposa, ancora gran parte della terra ignora la mia parola, ancora gran parte della terra non conosce il mio nome. Non sa che Io, Io, Gesù, sono il Salvatore universale, che amo ogni uomo e desidero la sua salvezza. Tutta la terra deve costituire un unico gregge sotto un solo Pastore: il gregge è il mio popolo santo; il Pastore sarò Io stesso che guiderò alla gioia le mie, amate, pecorine!

Ho preparato pascoli rigogliosi, verdi e ricchi di acque: voglio che ogni mia pecora sia ben nutrita.

Vedo col mio sguardo, che abbraccia tutto il mondo, vedo pecore malate, alcune ferite, alcune gravemente denutrite, alcune abbandonate e sole che attendono, tristemente, la fine! Che tristezza, nel vedere il mio, amatissimo, gregge in queste condizioni!

Dove sono i pastori, che ho messo per custodirle e guidarle verso i miei pascoli? Che fine hanno fatto i pastori? Guardo intorno per trovarli: li vedo ben pasciuti e spensierati; ne vedo molti ben pasciuti e spensierati! Mi avvicino a costoro e chiedo dove abbiano lasciato il mio gregge, perché l’abbiano così trascurato; le scuse ed i pretesti sono infiniti, ma nessuno di questi davanti a me è accettabile! Il mio gregge, disperso, deve essere raccolto e le pecore malate vanno curate subito; ma non trovo nessuno disposto a farlo: ognuno, che dovrebbe farlo, ha assunto un impegno diverso, che Io non ho dato. Il mio Cuore geme, geme di dolore, sposa cara, nel vedere tanto abbandono, tanto languore, intorno!

Vado, per primo, dalle pecore che sono abbandonate nella solitudine e nel dolore che vorrebbero alzarsi, ma non hanno la forza di farlo; vado dalle più deboli che mi desiderano e mi anelano con le poche energie restate. Io stesso, Io, Pastore eterno, le prendo sulle mie spalle e le conduco, dolcemente, verso i luoghi ricchi di pascolo. Le riabituerò a nutrirsi ed esse in poco tempo riprenderanno le energie. Andrò, poi, da quelle che ancora si reggono in piedi, ma la spossatezza le sta cogliendo; infonderò in esse nuovo vigore e saranno salve. Chiamerò a sostegno di queste quelle forti e vigorose che si sono nutrite sempre da sole, cercando esse stesse la mensa, imbandita da me: queste andranno in aiuto alle altre che sono state poco guidate e sostituiranno nell’aiuto i pastori che sono divenuti troppo pochi e molto negligenti.

Ad una ad una curerò e guarirò le mie pecorine e neppure una resterà più abbandonata.

Guarda, sposa cara, la scena che ti mostro, guarda, ma non temere, diletta: sei tra le mie braccia, sei al sicuro! Vedi una selva, assai frondosa; guarda bene quello che ti mostro. Vedi un gregge, disperso e belante, senza guida, senza cibo, senz’acqua per dissetarsi. Questo, misero, gregge cerca, ma non trova, perché, senza guida, non sa imboccare il sentiero giusto che porta ai pascoli lussureggianti. Vedi come il gregge è sbrancato: chi corre di qua e chi di là, chi va sopra e chi sotto, sempre in cerca di qualcosa per nutrirsi. Guarda, ora, tra quei cespugli bassi, guarda quelle macchie nere, continue, che si confondono con il colore cupo della vegetazione; quello appostato, amata sposa – non tremi il tuo cuore – è l’esercito del mio nemico, formato da schiere, schiere numerose, ben appostate: aspettano che le pecore si avvicinino per assalirle, per colpirle, per trascinarsele nella tana.

Vedo il tuo sguardo assai preoccupato; pensi: “I nemici sono in tale numero che neppure una pecorina sfuggirà e tutte cadranno preda di questo, tremendo, stuolo!”

Non accadrà così, diletta: Io stesso mi occupo di loro; Io stesso andrò in loro soccorso. Io stesso le raduno tutte, tutte quelle che vogliono seguirmi. Io stesso le salverò ad una ad una, rispettando, però, sempre la loro, libera, scelta!

Ora osserva quello che accade: vedi una figura splendida, luminosa, di grande soavità e bellezza; la quale col suo apparire mette in fuga tutto l’esercito del male che scompare, scompare, terrorizzato dalla sua presenza. Le pecorine sono liberate, esse, tutte attendono di essere raccolte insieme. La dolcissima figura, maestosa e luminosissima, apre il suo manto e le accoglie tutte. Quelle lontane sentono i belati di gioia e corrono, lasciano i sentieri, impervi, che avevano intrapreso e corrono, corrono a mettersi sotto la sua protezione!

Ecco, amata: la Madre mia, amatissima, trionferà e l’esercito del male sarà sgominato! Io, però, andrò dai pastori e a ciascuno chiederò conto del suo operato! Amata sposa, prega per costoro affinché ognuno si faccia trovare pronto!

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

14.07.98

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Figli cari, siate nella pace di Gesù, siate nella sua gioia e siate grati, sempre grati e riconoscenti, per i doni, che ricevete giorno dopo giorno.

Quando al mattino la vostra stanza viene inondata di luce e le tenebre fuggono via, benedite Gesù che vi ha concesso il dono, sublime ed unico, di un nuovo giorno di vita, un nuovo giorno per adorarlo, un nuovo giorno per servirlo, un nuovo giorno per testimoniarlo. Il tempo deve essere ritenuto cosa molto preziosa e deve essere vissuto bene, istante dopo istante.

Quando l’anima si è unita a Dio, ogni suo atto, anche il più insignificante, diviene meritorio; amata, occorre che ogni anima unisca i suoi meriti, peraltro sempre molto piccoli, a quelli, infiniti, di Gesù.

Pensate al dolore: quando voi soffrite, uniti a Gesù, date come offerta al Padre non solo il vostro piccolo dolore, ma quello altamente meritorio di Gesù. Il Padre gradisce molto questo sacrificio che, unito a quello di suo Figlio, diviene oblazione pura. Se gioite, uniti a Gesù, ancora offrite al Padre la sua perfezione, unita al vostro poco. Figli, voi non potete capire quanto sia importante essere uniti a Gesù in ogni azione che compite. Egli è la stella luminosissima che dà luce a tutto; voi siete i pianeti che, standogli accanto, ricevete il suo splendore. Immaginate la terra, se il sole non la illuminasse: che sarebbe la terra? Amati figli, il sole per la terra è tutto, è vita: senza di esso, sarebbe finita! Ebbene, per l’anima Dio è tutto: l’anima, che si stacca volontariamente da lui, si spegne e muore, muore, figli cari!

Se tutti lo capissero, se tutti i miei figli lo capissero questo, vi dico che lascerebbero ogni pensiero vano e si volgerebbero solo a Dio, sempre a Dio, solo a Dio! La vita di un uomo ha un grandissimo valore; ma, se essa è condotta lontano da lui, diviene solo un triste calvario che finisce nel buio eterno!

Pensate se per un attimo il sole non desse più la sua luce: le tenebre avvolgerebbero l’Umanità; ogni uomo allora, solo allora capirebbe l’importanza di questa stella che sorge e tramonta, tramonta e sorge, senza, talora, che nessuno ci faccia caso!

Amati, così accade all’Umanità di oggi: Dio la ricolma di doni, ma essa non si accorge di Dio; Dio provvede amorosamente ad ogni necessità, ma essa finge di non accorgersi; Dio l’avvolge con la sua infinita tenerezza, ma essa cerca di sfuggire all’abbraccio sublime! Che accadrà, quando Dio non elargirà per un attimo i suoi doni? Che accadrà, quando egli non sarà per un poco il Padre provvidente, ma si allontanerà per un istante da essa? Dio deve far ragionare in qualche modo i suoi figli: quale lezione più efficace di quella del lasciarsi desiderare!

Piccoli miei, invitate tutti coloro che conoscete ad essere di Gesù, a tornare a Gesù, ad offrirsi a Gesù; vi dico che tutti godranno della sua luce perenne, della sua tenerezza infinita, dei suoi doni sublimi, per sempre! Guai, figli amati, guai, figli cari, a coloro che hanno costruito una vita senza Dio, guai a coloro che l’hanno rifiutato e continuano a farlo: le cose della terra sono fugaci, i beni della terra finiranno e resteranno solo quelli accumulati nei Cieli! Guai a chi non ci ha pensato! Guai a chi è rimasto legato solo alle vanità!

Amati, Io sono la vostra Madre e tutti voglio salvarvi, tutti voglio condurvi a Gesù! Fate una lunga cordata; prendete per mano anche i fratelli smarriti. Tenete salda la vostra mano nella loro ed Io vi guiderò tutti.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia.

 

                                                                                              Maria Santissima