Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

06.10.98

 

 

Eletti, amici cari, godete il dono, sublime, della vita, e siate consci ogni giorno di più del suo immenso valore: ogni creatura che nasce è fatta per la felicità, ogni creatura che nasce è un segno del mio, immenso, Amore. Amate la vita, rispettate la vita, date la vita. Io, Io, Dio, sono il Signore della vita.

 

 

Sposa amata, quanto è importante per l’uomo capire il significato dei doni che possiede! Il primo, che deve amare, apprezzare, rispettare, è quello della vita. Ogni nuova creatura che nasce è un segno del mio Amore.

Quanti sono coloro che vivono senza apprezzare nulla di ciò che ricevono, senza essere grati a chi tanto loro offre, senza merito alcuno! Anche il dono sublime della vita lo offro ai giusti ed agli ingiusti, ai fedeli ed agli infedeli.

Sposa cara, quando nasce un bimbo, il tuo cuore esulta davanti a tanta armonia che fa incantare anche i Cieli. Il tuo cuore, però, è gioioso anche davanti alla nascita delle più umili creature, che tu ami, sposa cara, che tu ami, teneramente, perché ti ho dato un cuore tanto simile al mio, Divino. Come mi è gradito vedere tanta tenerezza, rivolta anche alle mie più umili creature: anch’esse sono oggetto della mia tenerezza!

Come vedi, sposa cara, curo e provvedo ai gigli del campo che hanno una veste stupenda, anche se non cuciono e non tessono; come vedi, provvedo agli uccelli dell’aria che hanno un piumaggio assai armonioso e si nutrono, anche senza seminare e mietere. Il mio Amore provvede a tutti: alle creature predilette, alle umili. Ho creato ogni cosa e sostengo la mia creazione, provvedendo alle sue necessità. Amata, nel momento del giudizio chiederò conto, chiederò conto di ciò che l’uomo ha fatto di buono o di negativo nei riguardi di essa: di tutto dovrà rispondere a me.

Un grande signore un giorno partì per un lungo viaggio che lo doveva tenere lontano per molto; lasciò dei servi ad accudire alla sua casa, lasciò molti servi ed ordinò loro di curare bene ogni cosa e non trascurare nulla. Partì e rimase fuori molto.

In un primo momento i servi, sicuri del suo ritorno immediato, ebbero cura delle sue cose, rispettarono le suppellettili ed usarono i mobili con attenzione; poi, però, passando il tempo, vedendo che il signore non tornava, cominciarono a darsi al divertimento smodato, all’ubriachezza, alle gioie illecite, divennero sempre più lascivi e scorretti, fino a ridurre ogni cosa ad una completa rovina: distrussero, senza alcun riguardo, ogni mobile e lasciarono languire le piante del giardino. In poco la bella casa divenne un vero disastro. Alcuni servi, però, pensarono: “Se il signore tornasse, se tornasse, improvvisamente, cosa troverebbe? Dobbiamo, quindi, cominciare a riparare, dobbiamo riordinare.” Costoro chiamarono gli altri servi e dissero: “Veniteci ad aiutare, perché la rovina è troppo grande e da soli non ce la facciamo a mettere tutto a posto.” Questi gli risero in faccia, dicendo: “Illusi e stolti, questo signore, che un giorno se ne è andato, non torna più, si è dimenticato della sua casa e di noi. Egli non tornerà più; quindi, facciamo a modo nostro e nessuno ci infastidisca”. Così dicendo, proseguirono nello scempio, facendo a gara nel distruggere e portare rovina.

Proseguì la baldoria, ma i servi fedeli aprirono bene gli occhi, acuirono bene l’udito e videro dei segni assai significativi, sentirono delle voci che venivano avvicinandosi. Di nuovo, pieni di zelo, corsero dagli altri ad annunciare il prossimo ritorno del signore e parlarono dei segni, riferirono delle voci, sempre più vicine. Anche in quel momento furono derisi, picchiati, umiliati, presi per pazzi.

Venne un giorno, un giorno come un altro, apparentemente in tutto simile agli altri; si spalancarono tutte le porte della casa ed apparve il grande signore, accompagnato dal suo seguito, uno stuolo immenso di servitori. Ordinò a tutti di restare al proprio posto, senza muoversi: ognuno doveva restare immobile lì, dove stava, nella condizione nella quale si trovava.

I servi fedeli e laboriosi si sentirono scoppiare il cuore dalla felicità: essi stavano riparando, riordinando, stavano lavorando, attivamente, per il padrone, ognuno era al posto di lavoro, con gli attrezzi di lavoro in mano. Essi esultarono di sublime gioia e rimasero in attesa degli eventi.

Il grande signore entrò in tutte le stanze; le visitò tutte, dalla prima all’ultima. Vide il grande sfacelo, vide il sudiciume che era accumulato ovunque, vide lo strazio delle umili creature languenti, vide il bel giardino ridotto ad un deserto, senz’acqua e pieno di marciume.

Vide ogni cosa il grande signore, al suo ritorno; i suoi occhi si riempirono di tristezza e di lacrime: “Com’è ridotta la mia, bella casa! Che rovina, che scempio, quanta distruzione!”

Chiamò subito i servi fedeli, sorrise loro e li benedisse; queste parole disse loro: “Amici fedeli, siete stati costretti a vivere in una casa in sfacelo, per la prepotenza e l’arroganza di molti, miei servi. Vedo su alcuni di voi i segni delle frustate e delle prepotenze subíte. Ora, però, tutto cambierà: la casa, la bella casa, la stupenda casa ritornerà all’antico splendore, anzi, sarà ancora più bella di prima; voi godrete e non subirete più angherie di alcun genere.”

Chiamò, quindi, i servitori del suo seguito e disse loro: “Prendete tutti i servi infedeli e cacciateli fuori dalla mia casa. Coloro che hanno fatto un tale scempio non vi abiteranno più, saranno cacciati lì, dove sono disperazione e stridore di denti.”

I servi subito accorsero ad obbedire al loro signore e scovarono tutti i servi. Ognuno stava in un luogo diverso. Furono fatti uscire tutti gli stolti, i dormiglioni, gli ubriachi, i lussuriosi, i ladri, i maldicenti. Tutti costoro furono raccolti insieme e cacciati fuori. In poco la casa fu liberata da ogni sudiciume e divenne splendente e profumata.

Sposa cara, è evidente il significato di questo racconto: il Signore, il gran Signore sono Io, Io, Gesù, che, apparentemente, ho lasciato sola la mia casa; i miei servi fedeli siete voi, cari amici, che operate per me attivamente ed amate la mia creazione. I servi infedeli e pigri sono tutti coloro che operano il male e distruggono ogni cosa.

Amata, sono già sulla porta con il mio grande stuolo e osservo ogni cosa che accade anche nell’angolo più riposto della mia casa. Sto impartendo gli ordini per l’immediato intervento. Sposa amata, accadrà tutto in fretta!

Gioisci in me.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

06.10.98

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Eletti, figli tanto amati, perseverate nella via di Gesù, perseverate, senza mai stancarvi. Egli conosce bene le vostre, continue tribolazioni; le permette perché ha il suo piano, un piano, sublime, su di voi e su tutta l’Umanità.

Vi ho spesso spiegato che costituite un unico, grande corpo; in questo momento molte sono le membra ferite, molte quelle gravemente malate. L’intero corpo, per questo, è in grande sofferenza. Prima, però, che venga il grande giorno, occorre che ogni cura sia offerta all’intero organismo che geme, soffre e piange, per queste membra, malate e sofferenti.

Le parti sane si sono rafforzate sempre più, quelle malate sono ormai gravissime; che fare?

La Sapienza Divina ha provveduto, la Sapienza Divina sta provvedendo, continuamente. Le cellule, sane, forti e robuste, devono aiutare le altre, ancora deboli, a guarire, le devono sostenere con il proprio vigore, sostenendo, quindi, per amore loro pene pesanti e sacrifici notevoli.

Figli cari, state portando con Gesù la croce. Siate orgogliosi, siate lieti, per ciò che fate: Gesù vi ha dato un incarico di grande importanza e di grande onore. Portatelo, figli, portatelo con gioia.

Egli mi concede di venire da voi tutti i giorni: quale grazia meravigliosa è questa della mia presenza continua!

Vi porto la pace di Gesù, vi porto la sua gioia: ognuno nel suo cuore può vedere il sorriso sublime del suo Signore che lo ama, lo ama, immensamente, ed è contento della piena collaborazione.

Figli amati, quando operate per Dio, anche il minimo sacrificio acquista un significato grandissimo: davanti a Dio un solo sospiro d’amore per lui ha un valore enorme.

Voi in questo periodo, così travagliato, dovete offrire molto: ogni giorno vi è chiesto qualcosa. Così sarà, piccoli miei, così sarà fino alla fine. Non abbiate, però, paura: mai la sofferenza sarà proprio insopportabile, mai la pena insostenibile.

Figli, siate pieni di speranza, lieti nel vostro cuore, luminosi nel vostro sguardo: chi opera per Dio, chi opera con Dio deve sentirsi sempre lieto, deve essere sempre gioioso. Grande sarà il vostro premio, grande sarà il vostro premio, al momento opportuno: riderete felici e benedirete queste, vostre, pene.

Figli amati, sono addolorato per i figli che non hanno capito, per quelli che si sono allontanati un giorno e non riescono più a trovare la via del ritorno. Se la loro volontà resiste a Dio, se essa continua a resistere, per loro non potrò fare più nulla, assolutamente nulla. Chi ha sbagliato nel passato deve riparare, subito, deve decidersi per Dio, subito, senza attendere, senza mai rimandare al domani la sua conversione: il domani non sarà, così, come si pensa; sarà assai diverso, sarà assai differente dall’oggi!

Figli amati, ripeto ciò che vi ho detto: il presente conta, l’attimo presente. Vivete bene, senza darvi alcun pensiero per il futuro: ciò che deve accadere è nelle mani di Dio. Lasciate che egli provveda a tutto. Da lui tutto dipende; ma voi operate attivamente per lui, come se tutto da voi dipendesse.

Amati figli, i tempi decisivi sono questi, che state vivendo; non attendetene di altri. L’oggi conta, l’oggi conta; ripetetevelo continuamente, ripetetelo, prima di compiere qualunque azione significativa. L’oggi è la preparazione del domani. Chi vive bene secondo Dio l’oggi non si dia pensiero alcuno per il domani: si attenda le delizie più belle, perché Gesù è generoso, è assai generoso e donerà largamente a chi si è saputo sacrificare, a chi ha saputo andare controcorrente, senza farsi influenzare dalla mentalità del mondo. Questo per voi è un momento di grande prova: il mondo v’insegna una cosa e voi dovete fare proprio il contrario; il mondo vi indica una via e voi dovete percorrere proprio quella opposta per salvarvi l’anima. Gesù conosce le grandi difficoltà del momento: la fede è messa a dura prova ogni giorno. Egli non vi ha lasciato soli: vi ha mandato incontro una Madre e tanti fratelli che non si spostano dal vostro fianco.

Piccoli miei, vi porgo la mia carezza materna. Chiudete gli occhi e la sentirete sul vostro capo.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, angelo mio.

 

                                                                                              Maria Santissima