Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

23.10.98

 

 

Eletti, amici cari, amici fedeli, siate pronti, siate decisi nel bene e proseguite, senza smarrirvi: Io faccio diventare forza la vostra debolezza, ardire la vostra paura. Siate miei fino in fondo, appoggiatevi a me come a muro solidissimo che mai può crollare. Vi chiedo di fare soltanto la vostra piccola parte; al resto penserò Io. Fate con amore, fate con gioia: Io amo chi dona con gioia, chi si dona, interamente, a me.

 

 

Sposa amata, più totale è l’abbandono, maggiore è la gioia, più totale è l’abbandono, maggiore diviene il coraggio nell’affrontare le vicende quotidiane.

Amata, come puoi vedere dalla tua esperienza, gioie e pene si avvicendano continuamente. Chi si è donato a me trasforma nel suo cuore ogni sofferenza in gioia. La sofferenza, che permetto, sposa amata, è sempre proporzionata alla forza di sopportazione: la pena non supera mai le forze.

Quale padre mette sulle spalle del figlio un peso smisurato per le sue capacità? Se esso deve necessariamente essere portato, non se lo metterà addosso per aiutare la sua, amata creatura? Perché gli uomini di questo mondo non vogliono capire questi concetti, così semplici e di facile comprensione? Se essi, che sono pur cattivi, mostrano premura e tenerezza verso i loro figli, quanto più lo farà il Padre del Cielo, perfetto nell’Amore e nella bontà!

Sposa cara, è inevitabile che la vita sia piena di tribolazioni, è inevitabile, perché il buon grano è ancora mescolato alla terribile zizzania che in questi ultimi tempi, è cresciuta a dismisura, perché nutrita ed aiutata dal mio astuto nemico che vuole rendere difficile la vita al buon grano, vuole farlo in modo più deciso ed arrogante proprio alla vigilia del mio ritorno.

Ogni giorno gli arroganti, come puoi constatare, divengono più arroganti, i superbi sempre più superbi, i miseri sempre più miserabili! Ciò accade perché le forze del male sono giunte al loro apice e vogliono giungere a primeggiare ed a distruggere ogni cosa. Le sofferenze per i miei amatissimi saranno sempre presenti fino all’ultimo; ma le consolazioni non mancheranno, le consolazioni saranno superiori alle sofferenze.

Amata, le pene e sofferenze dei giusti della terra, quelle dei figli docili ed obbedienti permettono ancora ai miseri di avere qualche stilla di tempo per ravvedersi.

Le grazie scendono sulla terra, sposa mia, in misura grandissima, grandissima per aiutare, sostenere. Nessun uomo che desideri cogliere questa ricchezza sarà mai impedito di farlo. Chi desidera possedere la ricchezza, a chi la cerca sarà concessa. A chi bussa con umiltà sarà aperto subito, perché voglio che l’uomo, creato da me per Amore, possa presto raggiungere il culmine della felicità, secondo il mio progetto.

Amata, nel tuo cuore voglio trovare tanto amore per me e per i fratelli. Il mio ritorno sarà splendido e felicissimo momento per chi si è lasciato plasmare dal mio Amore. Amata, è assai duro amare il nemico. L’uomo del passato, prima della mia venuta sulla terra, toglieva la vita al nemico; Io ho insegnato, invece, a perdonare, a pregare per colui che ti odia. Questo faccia ogni uomo, questo, anche se per farlo deve andare contro la sua stessa natura.

Amata, piccola mia, quello che accade ti è stato da tempo preannunciato; sai anche qual è la potenza, la forza dei tuoi nemici. Essi sono dei miserabili che colpiscono me che vivo in te. Avrai sempre in mano l’arma per difenderti, senza distruggerli. Chi perseguita un mio strumento perseguita me. Vedi come intorno si sono assiepati in gran numero per mostrare le loro zanne?

Piccola, il mondo odia e respinge ciò che non gli appartiene. Tu, sposa amata, sei mia proprietà, per scelta: non permetterò che nessuna zanna ti sfiori. Vivi serena, vivi gioiosa nel mio Cuore ed attendi, così, il compimento in te del mio, sublime progetto d’Amore.

Amata, Io, Io, Gesù, do; Io tolgo, quando è necessario passare ad un dono più consistente. Amata, non tolgo un dono ad un mio amato, se non per porgergliene uno assai più grande.

Sposa cara, molti doni verranno tolti agli uomini che a me si sono interamente donati, molti doni, ai quali essi si erano abituati. Ripetilo, piccola mia, ripetilo continuamente: ad un dono tolto seguirà un altro ancora più grande, ancora più splendido. Io, Io, Gesù, voglio che la felicità dei miei fedeli amici sia completa. Certo, il piccolo tanto piange, quando gli si toglie un giocattolo, al quale ormai si è affezionato, piange; ma quanto sarà felice, allorché gli sarà offerto, all’improvviso, quello che proprio da tempo desiderava e ormai non aveva più speranza di ricevere!

Sposa cara, vedrai intorno a te un poco di tristezza perché i doni concessi in precedenza saranno in gran parte ritirati. Spiega ai fratelli quello che ti ho detto. Nessuno si rammarichi troppo, nessuno si faccia cogliere dall’avvilimento: Io dono, Io tolgo; ma tolgo per donare ancora di meglio. Ti ho detto che in questo tempo occorre sforzarsi di vedere ogni avvenimento attraverso la mia luce e non attraverso la povera logica umana. Chi vede secondo l’ottica della sua debolezza non capisce nulla di ciò che accade, capirà ancora meno nel prossimo futuro, traviserà ogni significato e finirà nel buio della mente e del cuore.

Sposa, gli uomini devono divenire come bambini dal cuore puro e dalla mente snebbiata; solo così capiranno ciò che sta accadendo, ciò che deve ancora accadere. Io, Io, Dio, rivelo le mie meraviglie ai piccoli e le nascondo ai grandi ed ai superbi. Siano tutti come i bambini, siano tutti docili e sottomessi ed amino le mie Leggi:  ho per ciascuno di costoro, ho pronto un sublime progetto in via di compimento.

Esulti il tuo cuore, sposa amata. Esultino anche quelli di coloro che hanno preso la tua mano.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

23.10.98

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Figli amati, figliolini cari, vi porto oggi la dolce carezza di Gesù, la sua sublime tenerezza. Siate, quindi, gioiosi e pieni di speranza, mentre si compie e si conclude la grande scena del mondo.

Oggi vi trovo un poco tristi, perché delle piccole vicende vi sono state avverse: sappiate che le avversità aumentano la pazienza, la pazienza produce il merito ed il merito dà consolazione al Cuore Santissimo di Gesù che vede anime che vivono accanto a lui con massimo demerito.

È triste Gesù, amati miei. Lo vedo spesso assai triste e addolorato, perché la disobbedienza alle sue sante Leggi è generale e la carità si va spegnendo, assieme all’umiltà. L’uomo prosegue nella sua strada di ribellione, cammina e procede con superbia, confidando nel suo nulla oppure in quello degli altri suoi simili.

Piccoli cari, è molto grave quello che è avvenuto, è assai grave ciò che sta avvenendo ovunque, malgrado gli ammonimenti. Figli amati, Gesù ha invitato l’uomo all’amore reciproco: egli ha disobbedito e continua a farlo. Che può fare Gesù più di quello che già ha fatto? Cosa concedere più di quanto abbia già concesso in grazie e doni? L’uomo usa male i suoi, grandi doni, li disperde, non li apprezza, li disperde, non li utilizza, se non contro di lui, non per il suo servizio.

Amati, un dono lasciato è un dono perso, ma anche un dono preso e mal utilizzato è un dono perso, che mai più sarà riavuto.

Amati figli, a molti di voi sono stati concessi grandi doni, grandissimi doni. Che uso ne avete fatto? Li avete usati secondo il volere Divino oppure solo in senso egoistico?

Figli amati, Gesù vi chiederà conto di tutti: chi molto ha ricevuto di molto dovrà rendere conto; chi poco ha ricevuto di poco dovrà rispondere. Vi dico che l’esame sarà per tutti, per ogni uomo, ma più severo e più rigoroso sarà per coloro che hanno mangiato ogni giorno alla sua mensa.

Chi si è nutrito del suo cibo santo deve dimostrare di essere cresciuto nella fede e nella speranza, nella carità e nell’amore. Un cibo, qualsiasi esso sia, se non nutre fa deperire il corpo, perché diventa tossico per il suo organismo.

Figli cari, come avviene per un cibo qualsiasi, avviene anche per quello santissimo che è costituito dal corpo e dal sangue di Gesù. Quando l’anima, che si nutre di questo sublime alimento, non ne trae alcun giovamento, ma peggiora, allora, figli cari, allora, figli amati, occorre seriamente preoccuparsi, occorre veramente riflettere e prendere immediato provvedimento.

Amati figli, voi, che vi accostate ogni giorno alla Santissima Eucarestia, dovete vedere crescere in voi il vigore, l’eroismo nella testimonianza, la fede, la speranza, la carità, l’amore verso Dio e verso il prossimo. Questo deve accadere, questo deve accadere, necessariamente, anche se in minimo grado. Esaminatevi, piccoli, ed aiutate anche gli altri ad esaminarsi. Fatelo, figli, e aiutate gli altri a farlo, perché questo autoesame è essenziale per la salute della vostra anima! Quanti, che ora si sentono già santi, che credono di essere già arrivati, saranno delusi profondamente! Sono molti, figli cari; con dolore lo dico, con grande dolore lo sostengo!

Siate umili davanti a Dio, umili e sottomessi alla sua volontà: al momento del suo ritorno, sarete pronti ad accoglierlo. Voi vi troverete all’ultimo posto, perché lì vi avranno cacciato i prepotenti della terra: sarete seduti su di un povero sgabello oppure in piedi, tristi e desolati. Verrà il Re, verrà con grande gloria il Re dei re e vi chiamerà per nome con la sua potente e dolcissima voce; vi dirà: “Perché all’ultimo posto, amata, mia, creatura? Perché lì, in fondo? Vieni qui, accanto a me, nel posto di grande onore.”

Vedrà anche i presuntuosi e superbi ben accomodati sulle poltrone e dirà loro: “Passate dietro, in fondo. Quello è il posto che vi assegno!”

Adorate, adorate, adorate Gesù e siate umili.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, angelo mio.

 

                                                                                              Maria Santissima