Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
12.11.98
Eletti, amici cari, lasciatevi andare al mio Amore. Non abbiate paura
di abbandonarvi a me, non temete che Io vi chieda troppo: conosco la vostra
resistenza, conosco la vostra debolezza e non chiedo mai più di quanto possiate
dare. Amati, non fatemi alcuna resistenza, lasciatevi con fiducia condurre da
me che sono il Buon Pastore che, immensamente, vi ama.
Sposa amata, anche tra i miei più cari amici c’è chi, nel profondo, ha paura di lasciarsi andare a me, completamente. Questi i pensieri che vedo sorgere nelle menti: “Se dico a Gesù di fare ciò che vuole di me, forse offro troppo, forse mi manda forti tribolazioni, che io non posso sopportare; meglio allora che non dica niente!”
Amata sposa, vedo il tuo sguardo stupito ed il tuo cuore addolorato, al pensiero che ci siano amici che non si fidano completamente di me, al punto da lasciarsi andare alla mia volontà, senza porre limiti. Così è, invece, sposa cara: anche chi dice di amarmi molto spesso non sa abbandonarsi, per timore che Io lo possa provare in modo molto forte e quasi insopportabile.
Amata, come vedi, il totale abbandono è assai difficile. Il totale abbandono è la grazia più grande, che l’anima possa ricevere da Dio. La frase del mio amato Paolo è su poche labbra ed in pochi cuori: “Non sono io che vivo, è Cristo che vive in me” ed ancora: “Il mio vivere è Cristo, la mia morte un guadagno!”
Amata sposa, la vera, grande felicità è proprio nell’abbandono fiducioso e totale a me: molto posso operare, molto operare, quando non trovo resistenza. Qualcuno potrebbe dire: “Gesù, rimuovi le resistenze, rimuovi tutte le resistenze, pur di portare l’anima alla felicità eterna!” Questo, invece, non lo faccio, senza il consenso dell’anima stessa: farlo significherebbe togliere la libertà, limitare la libertà. L’uomo deve, quindi, aprirsi completamente a me con infinita fiducia; solo allora avrà ali per volare sempre più in alto nel Cielo, purissimo, del mio Amore.
Riferisci, scricciolo mio, riferisci le mie parole a chi le vuole ascoltare e chiedi l’abbandono totale alla mia volontà che non è sempre conforme alla vostra, ma spesso è assai differente! Qui, sposa cara, è il nodo difficile da sciogliere: quando l’anima vede che le cose vanno come pensa, come desidera, allora è docile, umile e sottomessa; quando l’anima, invece, si trova ad affrontare una grande prova, che ritiene pesante ed immeritata, allora comincia a protestare. Queste sono le parole più frequenti: “Signore, ho obbedito, ti ho servito, ti ho seguito; ma ora mi hai chiesto troppo, troppo. Signore mio, come posso sopportare prove tanto dure? Non le merito, perché ti ho servito, fedelmente. Non le merito, perché prego e ti seguo!”
Sposa cara, questa è la reazione di ogni anima che non si sia abbandonata, veramente, a me. Mi dice: “Ti amo. Ti amo. Ti voglio servire”, fino al momento in cui tutto è comprensibile ciò che avviene nella sua vita; dopo c’è una ribellione, talora un voltafaccia!
Amata, questi sono i tempi dei grandi cambiamenti, questi sono i tempi della svolta, più volte preannunciata: avverrà ciò che nessuno ha previsto. Accadranno anche ai miei più fedeli cose impreviste e non gioiose!
È facile, diletta, dirmi: “Ti amo. Ti amo”, quando le cose vanno bene, è facile dirlo; ma è assai difficile ripeterlo nel dolore, nella grande prova. Eppure, diletta, chi è abbandonato a me deve saperlo dire, chi è abbandonato a me deve essere sicuro del mio Amore provvidente.
Pensa ai grandi fratelli, santi, che vi hanno preceduto: quante prove durissime hanno attraversato nella loro vita! Essi hanno dato prova di coraggio, hanno dato prova di grande eroismo. Essi non si sono abbattuti ma, chiusi gli occhi della mente, si sono lasciati condurre dal mio Amore che mai permette un dolore al di sopra delle forze di sopportazione, ma sempre al di sotto o, al massimo, al limite!
Amati, amati che attendete con gioia il mio ritorno sulla terra in maniera anche visibile come Re grande ed unico, il dono che sto per farvi è grandioso, sublime, inimmaginabile; prima, però, di averlo, dovrete attraversare delle prove necessarie, amati, necessarie alla vostra confermazione nella fede. Non temete, anime mie, non temete ciò che avverrà. Chiudete gli occhi della mente ed aprite bene quelli del cuore. Lasciate che si compia in voi la mia volontà; gettate la vostra nella mia e procedete giorno dopo giorno. Se la prova è difficile, Io non ve la lascio sopportare da soli, vi prendo tra le mie braccia e vi conduco, fino al momento in cui potete procedere da soli.
Può un figlio temere un padre che tanto lo ama? Può covare dubbio nel suo cuore verso un tale genitore? Certo, alcune decisioni non le capirà, perché il padre ha una maturità differente da quella del figlio; ciononostante, colui che è docile e fiducioso obbedirà, obbedirà sempre, per fiducia, se non per convinzione.
Amata sposa, vi sto chiedendo di accettare, docili, la mia volontà in ogni momento. Vi chiedo di essere più che mai umili e sottomessi in questo momento così cruciale per l’Umanità. Non considerate sciagura nulla, se avete me nel cuore: non c’è sciagura per l’anima che mi ama e mi obbedisce e vive per me. Considerate sciagura solo il peccato, il grave peccato che vi separerà dalla vita, che vi separa da me! Considerate la prova, il dolore, un dono, un grande dono, da chiedere e non da rifiutare. Lo so che è difficile capire ciò che dico; ma, amati figli diletti, siate tutti miei nella mente, nel cuore: vi darò luce sufficiente per capire il significato intrinseco dello snodarsi rapido dei fatti. Abbiate piena fiducia in me e capirete; non lasciate dimorare il dubbio in voi e la luce fluirà, nitida, ed illuminerà il vostro cammino.
Sposa amata, abbi piena fiducia nel tuo Signore: Io sarò con te fino alla conclusione dei fatti, sarò con te e tu sarai luce anche per gli altri, che hai preso strettamente per mano. Vivi nella gioia e dona gioia. Vivi nella speranza e dona speranza. Godi le delizie del mio Amore e trasmettile anche agli altri.
Ti amo. Vi amo.
Gesù
Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
12.11.98
La Mamma parla agli eletti
Figli amati, vi porto la pace, che Gesù vi dona. Datela ad ogni uomo che incontrate: siate persone di pace. Amate il vostro prossimo, amate, figli, anche coloro che vi vogliono male, anche quelli che vi odiano, quelli che vi umiliano, che non hanno rispetto di voi. Amate, figli, anche quelli che vengono nel vostro paese e sono disperati perché nella loro patria c’è la guerra, c’è la fame, c’è la disperazione.
Amati, vedete nel misero il volto di Gesù sofferente, vedete nel misero il volto di Gesù esiliato, affamato, bisognoso di tutto! Amati, siate misericordiosi, siate generosi: la vostra patria è divenuta dimora di tanti che non hanno dimora, è divenuta speranza di chi è senza speranza. Amati figli, non preoccupatevi di quello che dovete dare a costoro, non dite: “Non abbiamo noi, come possiamo dare agli altri?” Date. Vi dico: date per ora ancora del vostro superfluo, poi anche del vostro necessario; se avete un solo pane, dividetelo con chi ne è privo. Non saziatevi voi, lasciando solo le briciole al fratello che tende le mani. Ricordatevi la parabola del ricco Epulone e di Lazzaro. Ora voi siete ricchi, figli cari, siete tanto ricchi ancora: Gesù vi permette il necessario ed anche il superfluo; ma preparatevi, amati, preparatevi, amati, a dare, ad offrire parte dei vostri beni.
Quando Gesù vi chiederà, non dite mai: “No, non posso, altrimenti manca a me”; dite: “Sì, adorato Gesù, sì, mio Signore, porgo quello che ho, lo divido con te!” Siate misericordiosi e troverete misericordia, siate generosi e troverete generosità. Ciò che voi date vi sarà ricambiato col centuplo!
Figli, è difficile vedere nel misero, nel povero, nell’accattone Gesù, preferite vederlo nell’uomo splendido, ben vestito, colto, che parla bene, che ha ricchezza e benessere.
Figli, Gesù è nel misero, è nel disgraziato che vi guarda negli occhi e attende, attende il vostro sorriso. Date non solo la piccola moneta, date uno sguardo amoroso a chi vive senza amore, a chi vive senza patria e senza famiglia. Quanti miseri hanno posato l’occhio sulla vostra, cara patria, questa terra benedetta! Pensate che sia un caso? No, amati figli: nulla accade per caso e questo anche rientra nel piano Divino!
Cooperate, amati, cooperate con Gesù. Voi ora non capite: domani, al momento giusto, la vostra, amata patria sarà ricompensata, per la generosità mostrata a questi miseri che hanno nel volto le sofferenze di Gesù.
Quando ci sarà il sublime incontro, quando vedrete il volto Santissimo, sentirete queste parole: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare. Avevo sete e mi avete dato da bere. Ero lacero e senza un abito e mi avete vestito”. Anche voi direte: “Gesù, adorato Gesù, quando mai ti abbiamo incontrato, quando ti abbiamo visto in tali condizioni?” “Ogni volta che avete fatto questo ad un fratello bisognoso, l’avete fatto a me!” Egli, poi, dirà: “Venite! Venite, amati, nella mia città benedetta. Venite nella felicità. Tutto vi dono, amatissimi, tutto, perché la vostra gioia sia completa.”
Amati, oggi v’invito alla solidarietà, v’invito alla disponibilità, piena, verso gli altri. I poveri aumenteranno, ne avrete molti intorno, ne vedrete sempre di più; agite, piccoli miei, agite come vi ho insegnato e subito vi sentirete tanto felici: figli, si ha più gioia nel dare che nel ricevere! I tempi si accorciano, i tempi grandiosi sono già questi che vivete. Ogni giorno vi porta un’opportunità, che Gesù vi dona: non lasciatene alcuna, coglietele tutte e servitelo con amore. Oggi v’invito ancora al perdono, al perdono non solo apparente, al perdono profondo del cuore. Non abbiate astio, non abbiate nel cuore alcun rancore per nessuno. Attingete alla sorgente, purissima, dell’Amore; attingete a piene mani e porgete, porgete a tutti questo dono sublime che è indispensabile alla vita. Amore date, amore date con generosità a tutte le creature, a quelle superiori, ma anche a quelle umili. A tutto il creato volgete il vostro sguardo amoroso!
Vi amo. Ti amo, angelo mio.
Maria
Santissima