Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

24.11.98

 

 

Eletti, amici cari, nella gioia e nel dolore siate miei: nulla avviene che Io non permetta, anche la pena ha un suo profondo significato. Accettate tutto dalle mie mani e siate convinti che ogni cosa opero per il vostro bene.

 

 

Sposa amata, gli uomini m’implorano per la salute del corpo: ognuno si lagna, per un male fisico e anche colui che è stato a lungo silenzioso nei miei confronti diviene assai loquace, quando il corpo langue. La sofferenza fa risvegliare l’attenzione a me anche nei cuori più duri; ecco perché permetto il dolore e spesso lascio che esso faccia maturare l’anima che ne è turbata.

Piccola mia, pensa a quanto ho dato agli uomini in questi ultimi anni: molte sono state le scoperte, che Io ho favorito, molte le invenzioni, che Io ho promosso. Per una parte del pianeta la vita è migliorata: alla penuria è seguita la grande abbondanza; alla grande fatica lunghi periodi di riposo, da poter dedicare alla preghiera ed alla mia lode.

Prima l’uomo si lamentava, perché la fatica lo spossava: per avere poco cibo occorreva grande dispendio di energie. Il lamento saliva fino al Cielo: ho permesso che molto cambiasse. Guarda ora, sposa cara, la parte d’Umanità che ruota intorno a te: il benessere non manca, il tempo per me invece è scomparso. Gli uomini corrono per le strade, corrono per procurarsi sempre di più; nella ricchezza materiale si sono tanto impoveriti spiritualmente, che sono divenuti dei miseri più miseri. Amata, la sofferenza è, quindi, la grande medicina dello spirito: con essa guarirò le anime misere; con la sofferenza molti vedranno la mia luce.

Piccola cara, occorre che il mondo entri nella mia logica e non proceda nella sua: questi sono i miei tempi. Il potere umano si affievolirà sempre più; molti saranno a contenderselo. Esso quindi sarà sempre più debole. Questo avviene, perché questo permetto: ogni potere umano deve diminuire. Tutto si sta avviando verso il più grande cambiamento, che opero Io, Io, Gesù, con potenza e rigore.

Sposa amata, ogni giorno cambierà qualcosa. Nessun giorno sarà uguale all’altro; apparentemente, non ve ne avvedrete. All’improvviso, emergerà la nuova faccia della storia, quella che Io, Io, Dio, desidero che abbia. Amata, vedi come ogni cosa si compia, senza che tolga all’uomo la sua libertà? Egli è libero nella sua scelta; egli resta sempre libero nella sua scelta, ma la storia deve compiersi, secondo il mio progetto.

Vedi gli uomini, iniqui, come si danno da fare contro di me? Essi credono di cambiare il mondo, escludendo me, Dio. Io li lascio liberi di operare le loro scelte. Guardo con immensa pena i cuori che s’induriscono sempre più, le menti che divengono sempre più confuse. Li lascio fare a modo loro, fino al momento, preciso, nel quale desidero che giungano; allora, tutto il loro operato lo uso per il mio progetto.

Sposa amata, sappia il mondo che tutto deve svolgersi per il mio fine: tutto, nel bene e nel male, deve compiersi, secondo la mia logica! Se il male non servisse al bene, che Io, Io, Gesù, ho progettato, non lo permetterei, amata sposa. L’uomo verrà giudicato, per le scelte che ha fatto. Giuste o sbagliate che siano, le sue scelte, però, non possono, in nessun modo, alterare nell’essenza il mio progetto che sempre si realizza, come voglio, quando voglio.

Sappiano bene i sapienti della terra che il vero, unico Sapiente sono Io, Io, Gesù; essi nulla potrebbero, neppure pronunciare una sola parola, se Io non lo permettessi. Lascio che ognuno operi a suo piacere e non costringo alcuno a fare la mia volontà, a seguire i miei precetti. Di tale libertà egli, però, dovrà alla fine rendermi pienamente conto: di ogni scelta dovrà rispondere davanti a me.

Sposa cara, c’era un gran signore che si allontanò per un po’ dal suo regno ed affidò la reggenza ai suoi più cari amici. Questi governarono, saggiamente, nella sua attesa; ma ecco che presto molti invidiosi presero il sopravvento: costoro cercarono di agire in modo da spodestare il vero signore e prenderne essi stessi il posto.

Un giorno, all’improvviso, il re tornò, tornò, mentre gli usurpatori facevano feste e banchetti per festeggiare la loro usurpazione. Gli amici fedeli se ne stavano in disparte, tristi ed affranti per quello che stava accadendo. Molti già dicevano tra sé e sé: “Ormai il nostro re non tornerà; ormai avrà deciso di starsene sempre lontano. La nostra vita sarà assai penosa, perché gli usurpatori s’impadroniranno di tutto e la renderanno assai difficile.” Altri, però, dicevano loro: “Perché tanta tristezza? Perché tale sconforto? Fatevi coraggio, alzate il capo, levatevi e rincuoratevi: il re, il magnifico re, che noi amiamo e serviamo, sta per ritornare. L’ha fatto annunciare nel nascondimento da alcuni messaggeri fidati; essi così hanno detto: “Tenetevi pronti, tutti pronti. Siate lieti e non fatevi abbattere, perché il tempo della sofferenza sta per finire: il re viene a prendere possesso del suo regno, il re è più vicino di quanto immaginiate.”

All’improvviso, si spalancarono tutte le porte: ecco il re tornare nel trionfo, unito alla sua corte regale, pieno di ricchezza e gloria. Vede gli amici fedeli, rincantucciati in un angolo, e li chiama a gran voce; essi, felici, alzano il capo e riprendono nuovo vigore, quindi, lo seguono cantando ed esultando. Chiama anche gli increduli, che sbarrano gli occhi e si rimproverano l’un l’altro, per il dubbio avuto. Chiama, infine, anche gli usurpatori, quelli che non lo volevano più per re: ordinò ai suoi servi di cacciarli fuori dal regno e punirli severamente.

Amata sposa, questo sta per accadere. Io, Io, Gesù, sono il grande Re che torna; troverò i miei fedeli ad attendermi, ma costretti al silenzio, intimoriti, rintanati, perché gli usurpatori hanno preso il potere. Troverò anche gli amici, dubbiosi e sfiduciati, essi resteranno assai stupiti, perché avevano perso la speranza. Anche i ribelli mi vedranno, ma il cuore si gelerà dalla paura. Chiamerò i fedeli amici, quelli che mai hanno cessato di servirmi, fedelmente, li chiamerò per farli governare al mio fianco. Chiamerò i dubbiosi e ciascuno salderà il debito, che con me ha contratto. Chiamerò, infine, anche coloro che non mi volevano più come Re e tutti li caccerò dal mio regno. Pace e giustizia regneranno ovunque.

Sposa amata, esulta, nell’attesa del mio ritorno. Le vicende penose non rattristino il tuo cuore. Sappi che ogni giorno che passa avvicina sempre più quello grande, unico, meraviglioso, il giorno senza più tramonto, giorno di luce vivida e di grande felicità con me.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù